Pubblicato l'omonimo Ep a fine 2018 con la Rough Trade, gli
Sleaford Mods lasciano la storica etichetta per fondarne una propria. La battezzano Extreme Eating e il primo frutto è "Eton Alive", disco nel quale il duo di Nottingham conferma i tratti marcati del proprio stile aggiungendo piccole aperture. Non ci crederete, ma in alcuni momenti Jason Williamson solleva la voce da quel magma inarrestabile di
garage-rap,
grime,
spoken e
quasi sembra voglia cantare: perlomeno
inchiodare cori-slogan nei timpani dell'ascoltatore.
Nei
minimal-loop di Andrew Fearn, i martellanti
beat diventano più gonfi, incastrandosi a
sintetizzatori, potenti giri di basso (vicini a "Divide And Exit") e allo spiazzante kazoo di "O.B.C.T.": il momento più post-punk - forse il più bello - di "Eton Alive". Il risultato arriva al bersaglio: dopo il primo ascolto vi troverete a canticchiare il "Who knew? Who knew?" del trascinante singolo "Kebab Spider" o i
chorus di "Policy Cream" e "Firewall". La dolente e malinconica "When You Come Up To Me" è sicuramente il brano più sorprendente, la prima proto-
ballad del duo:
I wanna love the sky and the universe
But that don't get the door 'round here and
It don't even come close too
A sostenere queste sfumature, la solita cattiveria e ispirazione. La bella
opener "Into The Payzone" palesa le carte in tavola, mentre il titolo gioca con la più illustre scuola britannica per denunciare il distacco sempre più profondo tra classi dirigenti e popolo. Gli Sleaford Mods raccontano con il solito stile zuppo di vetriolo i tanti mali della società, sferrando staffilate capaci di colpire indistintamente musicisti (vedi un certo
Graham Coxon) e nomi della politica. È una denuncia che non viene da un piedistallo, ma dalle viscere del male, per citare Williamson: "So after the digestive system of the Nobles rejects our inedible bones we exit the Arse of Rule, we fall into the toilet again and at the mercy of whatever policies are holding order in the shit pipe of this tatty civilisation." Forse non è un caso che il primo "verso" di "Eton Alive" sia un rutto... Una realtà sporca fatta di tic quotidiani, clacson e altri echi del traffico, ad alimentare una critica che permea ogni battito dell'opera, garantendo un livello d'intensità sempre alto con "Top It Up", le sincopate "Flipside" e "Subtraction", l'irresistibile "Discourse".
È l'ennesima spietata galleria neorealista di quest'Inghilterra post-Brexit (lontanissima dalla "
Merrie Land" dei The Good, The Bad And The Queen), dove furore, sarcasmo e l'amara disillusione di "Policy Cream" camminano insieme.
Che gli Sleaford Mods stiano cercando di ampliare il proprio "giro"? Sicuro. Nel farlo si stanno svendendo? Tutt'altro. In "Eton Alive" sono riconoscibilissimi, coerenti e fedeli alla missione politica-sociale, con virate capaci di dare respiro a un percorso discografico che rischierebbe di annoiare ripetendo sempre la stessa formula. Non sarà un bel momento quello in cui viviamo, ma con gli Sleaford Mods si può affrontare. E magari riderci sopra.
27/02/2019