Sei album all'attivo, quindici anni di attività, una valanga di B-side e remix diffusi nel tempo, un box set torrenziale - "Unedited" - che chiudeva i rapporti con la Kitchenware prima del passaggio alla PIAS, una notorietà crescente che, nonostante gli inevitabili alti e bassi qualitativi, ha consentito di superare anche un momento difficile, durante il quale gli Editors rischiarono di sciogliersi. "Black Gold" è la prima retrospettiva della band di Tom Smith, nonché la scusa ufficiale per pianificare un tour celebrativo che non mancherà di far registrare diversi sold-out, Italia inclusa, dove il prossimo febbraio suoneranno per tre serate fra Roma e Milano.
La selezione racchiude in maniera omogenea tutti i periodi della band: sei tracce tratte dai primi tre album, quelli con in line-up il primo chitarrista Chris Urbanowicz, altre sette dai successivi tre, più le inedite "Frankenstein", "Black Gold" (entrambe diffuse da qualche mese) e "Upside Down". Allegato alla deluxe edition, il dischetto "Distance: The Acoustic Recordings", contenente ulteriori otto pezzi registrati a spina staccata, che regalano un taglio più intimista, ma anche qualche sbadiglio.
Meglio riascoltare i "classici" non depotenziati dall'effetto unplugged, muovendosi dalle chitarre U2-style di "Munich" alle emozioni di "Smokers Outside The Hospital Doors", dalla rabbia di "The Racing Rats" alla svolta electro impressa con "Papillon", fino alle spire avvolgenti di "No Harm" e alla perfezione alt-pop di "Sugar". Un agile compendio da considerare non soltanto come gradito cadeau natalizio, in attesa che gli Editors riescano a produrre il proprio disco definitivo. Al momento il preferito, specie per i fan della prima ora, resta il secondo: "An End Has A Start".
01/11/2019