Edwyn Collins

Badbea

2019 (Aed)
pop, blue-eyed-soul

E’ un’autentica rinascita artistica, il nuovo album di Edwyn Collins. Con “Badbea”, l’ex-Orange Juice spezza un silenzio durato ben sei anni, un periodo che per il musicista scozzese è stato fondamentale per ricucire le sofferenze e il trauma fisico provocati da due gravi emorragie cerebrali. Dal primo devastante evento sono passati tredici anni, ma è la prima volta che Collins appare perfettamente a suo agio e spiritualmente positivo, merito non solo del recente trasferimento a Helmsdale (lungo la costa orientale del Sutherland), un villaggio scozzese che per l’artista ha un valore affettivo (li ha vissuto suo nonno), ma anche del supporto della moglie Grace Maxwell, costante presenza al suo fianco in questi lunghi anni di tribolazioni.

“Badbea” è forse l’album più nostalgico di Edwyn Collins. Le dodici canzoni (tredici con la ghost track) hanno tutta l’irruenza e la vitalità dei giorni trascorsi con gli Orange Juice, northern-soul e post-punk sono di nuovo protagonisti delle sagaci riflessioni dell’autore sul significato della vita e della morte. Ad aiutarlo in questo importante capitolo della sua carriera, ci sono il fido batterista Jake Hutton, l’amico di vecchia data Sean Read (Birdie, Dexys), il chitarrista James Walbourne (Pretenders) e il geniale Carwyn Ellis (Colorama, Pretenders), che ha collaborato anche alla scrittura di alcune tracce.

L’intuizione più felice di “Badbea” è quella di voler raccontare senza troppe digressioni una realtà vissuta in prima persona; anche musicalmente il nono album solista dello scozzese è privo di reali sorprese stilistiche, ma è proprio l’assenza di inutili sperimentazioni il punto di forza di un disco che arriva direttamente al cuore, al corpo e alla mente. La disarmante semplicità di “It's All About You” introduce subito l’ascoltatore nel caleidoscopico pop del musicista con un brioso beat tinto di soul r&b e ska, stuzzicando poi la curiosità con un grintoso incrocio tra l’irriverenza di Iggy Pop e la minimal wave dei Wire con l’energica  “Outside”, scivolando nella disco con la stessa genuinità degli esordi su Postcard nella danzereccia “Glasgow To London”, virando perfino verso atmosfere kraut-rock nella caliginosa “I Want You”.

Lo sguardo al passato di Edwyn Collins è comunque sgombro dal rimpianto o dalla rassegnazione, anche la voce ha ritrovato parte dell’originaria intensità, il grintoso garage-pop di “Tensions Rising” e l’acido soul-beat di “Sparks The Spark” sono nello stesso tempo inquiete e soavi. E’ bello ritrovare il musicista perfettamente a suo agio con il semplice supporto di una chitarra acustica (“Beauty”), o ancora in grado di combinare elementi pop con una genuinità disarmante (“I'm Ok Jack”), e infine lievemente malinconico ma mai preda della gelida tristezza nella romantica title track.
Un gradevole esotismo contagia due delle migliori intuizioni dell’album: non solo il delicato folk di “It All Makes Sense To Me” accenna deliziosi passi di tango incorniciati da un elegante ingresso dell’orchestra, ma nell’ancor più intrigante “I Guess We Were Young” Collins apre le porte a sonorità di flamenco e a un eccitante assolo di trombe in stile mariachi, mettendo a segno una delle canzoni più belle e suggestive di questi ultimi tempi.

“Badbea” è un piccolo miracolo, un progetto che riporta agli onori della cronaca un artista che avevamo forse accantonato troppo in fretta.

28/09/2019

Tracklist

  1. It's All About You
  2. In The Morning
  3. I Guess We Were Young
  4. It All Makes Sense To Me
  5. Outside
  6. Glasgow To London
  7. Tensions Rising
  8. Beauty
  9. I Want You
  10. I'm OK Jack
  11. Sparks The Spark
  12. Badbea
  13. Untitled




Edwyn Collins sul web