Il cantautorato decisamente "sopra le righe", dal punto di vista emotivo, di Crabtree si sposa bene con alcune caratteristiche della musica canadese: l'enfasi ribollente dell'indie-rock Krug-iano "Better" ne è un esempio, ma a esso fa da contraltare lo spirito trascendente e fortemente intimista, di un Silberman per intenderci, di una "Gun Shy" o di una "Shapes". Il "bozzolo" della confessione in musica non rimane mai isolato, però, in un vero sforzo collettivo che ricorda le coreografie di un altro progetto di Montreal: Heavy Bell.
A spiccare sono però gli arrangiamenti chamber-rock di "All It Was" (uno dei brani dell'anno) e "All We Know", la prima per la potenza del tema elettrico di fondo, la seconda per la preziosità degli intermezzi di pianoforte e archi (di ispirazione decisamente Bartlett-iana). È difficile evitare, in tutto questo, il paragone con il primo Bon Iver, pur nella più convenzionale ma non meno ispirata cornice orchestrale.
Si configura insomma la convergenza di una scena allargata (si vedano anche le apparizioni live coi Clogs) che rende tutta l'importanza dell'esistenza di una cerchia di musicisti per la nascita di nuova musica interessante; è l'impressione è che senza di essa "Parallel Line" non sarebbe esistito.
(20/09/2019)