Tutto è iniziato in simpatia, quando lo scorso maggio Mary Klym, quindicenne grande fan dei Weezer, iniziò a spammare la strana richiesta su tutti i canali social della band di Rivers Cuomo. La ragazzina voleva che la sua band del cuore eseguisse la cover della sua canzone del cuore: “Africa” dei Toto. Da buoni cazzoni che sono, i Weezer prima trollarono la ragazza, eseguendo una cover di “Rosanna” invece che di “Africa”, poi l’accontentarono. Grazie al simpatico video che per l’occasione rispolvera il personaggio di Weird Al Yankovic, ma soprattutto grazie alla cover rilancio di “Hash Pipe” dei Toto, “Africa” dei Weezer è diventata virale in men che non si dica.
Tutta la faccenda deve aver divertito non poco i losangelini, tanto che sono finiti per farsi prendere la mano e tirare fuori, a sorpresa, questo disco di cover. Se nel caso di “Africa” tutta la situazione simpatica retrostante e l’iconografia quasi mitologica tirata in ballo riuscivano a far perdonare la carenza (o assenza) di idee dietro la cover, che altro non è che un’esecuzione quasi pedissequa del brano originale, la stessa indulgenza non può essere garantita quando l’operazione viene perpetrata per dieci canzoni. Se siete curiosi, ma soprattutto se avete tempo da perdere, potete premere play e ascoltare i primi secondi delle varie “Sweet Dreams” e “No Scrubs” dove il synthone degli Eurythmics e l’arpeggio acustico delle TLC, quest’ultimo con tanto di gemitino, vengono riprodotti a pie' pari. Cosa che succede con il riff granitico di “Paranoid” e con i tratti distintivi di ciascuno dei dieci pezzi scelti per la noiosa operazione.
Sì, perché un disco di cover dei Weezer, data la caratura e la schizofrenia dei personaggi, sarebbe potuto essere materiale esplosivo. Se i Weezer avessero fatto i Weezer, impregnando ciascuna canzone della loro intrinseca geekness, cosa che purtroppo non è accaduta. A voler calcare la mano, un ulteriore biasimo può essere rivolto ai brani scelti, praticamente un karaoke da festa di pensionamento.
02/02/2019