Felice anomalia del panorama musicale italiano, gli Ataraxia sono una di quelle band a cavallo tra visioni arcaiche e gotiche, propugnatori di un neofolk/darkwave di stampo neoclassico con una chiara visione spirituale e culturale. Attivi della metà degli anni Ottanta, hanno portato avanti negli anni una rigorosa ricerca elettroacustica dal carattere solenne e melanconico, sempre con un orecchio attento a temi e contenuti. Il nuovo album “ΘUASAR” esce quest’anno per AnnapurnA. La versione fisica in cd (versione normale e deluxe edition con Digibook e la traccia bonus “TIMΣLINE COLLΛPSE”) è disponibile a partire dal 16 ottobre.
L’album festeggia i trent’anni di attività presentando sette tracce per la durata totale di 55 minuti di musica. Come hanno affermato loro stessi nel comunicato che accompagna l’uscita del lavoro:
Abbiamo lavorato su 7 archetipi, il numero della Grazia e della realizzazione, 7 i colori dell’arcobaleno, uno per ogni brano e queste energie informate hanno nomi arcangelici, potenti flussi informazionali che bilanciano i 4 elementi di fuoco, acqua, aria e terra dentro e fuori di noi col quinto elemento eterico sopra la corona
Il risultato finale è splendido e ricorda in certi momenti le eteree melodie degli Arcana. Del resto, gli Ataraxia hanno pubblicato in passato anche per label come la svedese Cold Meat Industry, oltre che per Equilibrium, Ark, Cruel Moon, Twilight, Avantgarde, Prikosnovénie, Infinite Fog e Sleaszy Rider. Con più di trecento concerti all’attivo, in Italia e all’estero, gli Ataraxia si confermano uno dei gioielli della musica oscura italiana che meriterebbero di essere molto più conosciuti in patria.
“ΘUASAR” sembra risuonare di pulsazioni celesti, pura alchimia sonora che “Solve et coagula”, per citare le parole del primo brano intitolato “INIZIAZIΦNE”. Gli angeli celesti sembrano fare da sfondo in visioni che alternano serenità eterea di stampo medievaleggiante alla Dead Can Dance (“NEBULA”) a visioni cosmiche struggenti e senza tempo (“THE TIMΣLESS”) su cui innervare un’elettroacustica mai invasiva che esalta e dà spazio al teatro delle voci.
Tra i brani migliori segnaliamo la morbida sensualità radiosa di “SEX IS A PRAΨER”, sostenuta da vocalizzi intensi e suadenti, un vero e proprio ponte tra corpo e mistica dell’anima.
Gli Ataraxia ci regalano una visione surreale che trova in un solenne crescendo la propria realizzazione. Un’altra ottima prova per la band modenese che continua a convincere e affascinare.
04/10/2020