Boosta

Facile

2020 (Warner) | modern classical, elettronica

Progetto solista e interamente strumentale per Davide “Boosta” Dileo, dall’eloquente titolo: “Facile”. Il disco è stato scritto e suonato dal tastierista dei Subsonica durante il periodo di lockdown, momento di profonda riflessione e isolamento interiore, situazione perfetta per confezionare questo prodotto che si discosta integralmente dalle tipiche sonorità del gruppo torinese.
“Facile” è la colonna sonora del silenzio, come un film senza immagini dove ognuno è libero di utilizzare le proprie. La musica è, per definizione, uno strumento. Amplifica, allena, attutisce, protegge e cura. Se è vero che tutto ha un suono, questo è il vero ritmo del silenzio, citando quanto dichiarato dallo stesso Dileo nelle note di presentazione dell'Lp. Le armoniche proposte sono, in effetti, fondate su melodie zuccherine al pianoforte che prevedono dei garbati inserti elettronici volti a spezzare la soavità classicheggiante, lasciando intatta la riservatezza dell’atmosfera dipinta da queste leggiadre linee musicali.

Non è la prima volta che Boosta si accinge a presentare un lavoro individuale ma, a differenza delle precedenti situazioni, in queste composizioni si ha la netta sensazione di essere di fronte a un lavoro fortemente confidenziale, che scava in profondità nel subconscio dell’artista tra pensieri, paure, malinconie e speranza, senz’alcuna intenzione d’instillare premura o agitazione in chi si lascia avvolgere dalla classica dolcezza delle armonie costruite.
Germogliato nella tranquillità del Torino Recording Club, lo studio di registrazione personale situato ai piedi della verde collina torinese, “Facile” appare come una collezione di capitoli che di canzone vera e propria hanno solo qualche flebile reminiscenza, non avendo nulla a che spartire con le finalità che contraddistinguono le canoniche esigenze commerciali e non possedendo alcun obiettivo di riverenza.
L’album non richiede di essere ascoltato con concentrazione e nemmeno di essere anatomizzato per carpirne il significato. Non ci sono refrain da riconoscere o canticchiare. E’ una raccolta da gustare senza apprensioni, un itinerario da percorrere in solitaria, portando appresso tutte le riflessioni personali e quotidiane.

Non è importante se per affrontare il percorso d’ascolto si scelgano come veicolo arie più classiche come “Fiducia”, “Nella nebbia per mano” o “Autoritratto”, oppure sensazioni più minimali quali “Sulle dita”, o se si opti per sezioni più costruite e ricche di elementi come “Una vecchia mappa”, “La danza delle api” e “Amore per le geometrie”, con la sua asciutta introduzione che si apre su una cascata veemente di  note al pianoforte, o ancora che si prediligano momenti più articolati come “Daimon” e soprattutto “Istruzioni per un abbandono”, dove gli innesti elettronici si presentano più consistenti e permettono al pezzo di ottenere il visto per un crescendo trascinante e apprezzabile.

Il concetto sostanziale che permea l’elaborato di Boosta, suddiviso in dodici singole emozioni, è quello di trasportare l’ascoltatore all’interno degli stati d’animo che queste trame di classica contemporanea celano tra le proprie righe, utile grimaldello per forzare lo scrigno delle private considerazioni e delle passioni più viscerali, dove i larghi silenzi occupano i vuoti dell’esistenza e si predispongono per l’accesso di queste amabili simmetrie musicali.
In “Facile” emerge il lato personale più classico e introverso di Boosta, che per una volta ha lasciato da parte il ruolo di esaltante ideatore di suoni mainstream per indossare un’inedita veste, che lascia trasparire indubbie e interessanti doti di compositore e contaminatore neoclassico.

(02/11/2020)

  • Tracklist
  1. Fiducia
  2. Lacrime di San Lorenzo
  3. Nella nebbia per mano
  4. Diva
  5. Sulle dita
  6. La danza delle api
  7. Una Vecchia Mappa
  8. Nello spazio abbracciati
  9. Autoritratto
  10. Amore per le geometrie
  11. Daimon
  12. Istruzioni per un abbandono
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