German Army

Animals Remember Human

2020 (ArteTetra/ Crash Symbols)
ethno-industrial, funk-punk, tribal
7.5

Nell’arco di quasi 10 anni, i californiani German Army hanno collezionato oltre 70 uscite, perlopiù su cassetta. Di stanza a San Bernardino, il progetto messo in piedi da Chin Genie e Meatball Maker si distingue per un concentrato di ethno-industrial, fourth world, field recording, library music e derive coldwave. Il tutto con saltuari sconfinamenti nell’universo funk-punk che non guastano. Il potente intruglio sonoro non poteva certo sfuggire al radar ultra-selettivo di ArteTetra, che in combutta con la statunitense Crash Symbols ha confezionato, ovviamente su nastro, “Animals Remember Human”.

La particolare gestazione dell’album è avvenuta nel 2018, il cosiddetto “anno dell’uccello”, stando all’Audubon Society, ente no-profit americano impegnato nella preservazione della natura e intitolato all’ornitologo John James Audubon. Proprio come un’ode al concetto largamente inteso di “estinzione” è nata quest’ultima prova – almeno per il mese in corso – del prolifico duo, terminata la quale il laptop su cui i German Army avevo composto e registrato le tracce è paradossalmente defunto.

Immaginate i Cabaret Voltaire di “The Voice of America” esiliati in una foresta tropicale o il Pop Group alle prese con la sonorizzazione di una pellicola "mondo movie", perché è grosso modo questo lo scenario che si para davanti ascoltando la tracklist di “Animals Remember Human”, inaugurata dall’urticante electro-industrial di “True Defense”. Fra disorientanti cut-up, beat tormentosi, voci femminili stranite e tribalismo post-nucleare, si susseguono con elevata carica infettiva “Fifth World” e “Groundwater Mining” (ricordate i Peaking Lights di “Imaginary Falcons”?), cui si accodano “Artifact Site” e i suoi sentori western-zombie esalati da un’ammuffita chitarra twang.
Sul finire del lato A, un sinistro esotismo à-la Rainforest Spiritual Enslavement permea l’ordito di “Texts Hidden in Hand” e si intrufola negli interstizi world di “Gathering Collections” e “Bajau Collects”, contaminando anche il ritmo della focosa “Zoulou Danse”.

Girata la verde cassetta, cala il groove ma aumenta il potere psicotropo del nastro, che allieta la seconda parte di questo viaggio targato “National Geographic in acido” con le note da incantamento di serpenti di “Before The Smelter” e il flauto narcotizzante della title track. Un forte odore di incenso e hashish si insinua fra le pieghe della seta sgualcita che riveste “Purchased the Commons”, e si dirada al suono incessante delle pelli nell’intermezzo “Fluted Hills”. All’improvviso, attacca “Healthy Dose Of” con una fisarmonica sghemba, catapultandoci in un'atmosfera surreal-grottesca degna dei Nový Svět.
Sorvolando la techno-dabke allucinata di “Suggested Symbols”, atterriamo nuovamente su desertiche lande world con “Boron Points” e “Bears Ears Disappears”: ad accoglierci c’è una tazza di “Opal Glow”, infuso di balsamica vaporwave con virate tribal. Rinfrancati, è tempo di prepararsi per la festa finale, a base di sitar processato, tappeti elettronici inebrianti e “Mass Extinction” per l’intera specie umana.

24/03/2020

Tracklist

  1. True Defense
  2. Fifth World
  3. Groundwater Mining
  4. Artifact site
  5. Text Hidden in Hand
  6. Gathering Collections
  7. Zoulou Danse
  8. Bajau Collects
  9. Before the Smelter
  10. Animals remember Human
  11. Purchased the Commons
  12. Fluted Hills
  13. Healthy Dose of
  14. Suggested Symbols
  15. Boron Points
  16. Bears Ears Disappears
  17. Opal Glow
  18. Mass Extinction

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