Ci sono album che trasudano passione per l’arte delle sette note e del canto, dischi che forse non tracciano alcun percorso nel firmamento della musica rock, ma che restano eccellenti compagni di quelle giornate trascorse a chiedersi il perché del fascino di canzoni tanto semplici quanto sincere.
“Plastic Boquet” è un lavoro che nasce dall’amore per le piccole cose: una voce che lascia il segno, quella di Kacy Lee Anderson, l’attenzione di uno dei cantautori più dotati del momento, il neozelandese Marlon Williams, e una presenza diafana eppur fondamentale per un sodalizio artistico che resiste alle mode, Clayton Linthicum cugino e partner musicale di Kacy.
Storie apparentemente di altri tempi, quelle di Kacy, Clayton e Marlon, come la musica che l’insolito trio propone. Un viaggio nella tradizione americana che sconfigge le barriere tra nord e sud, tra passato e presente e anche quelle fisiche create dalla pandemia. I tre musicisti, dopo alcune appassionanti corrispondenze artistiche, hanno catturato l’attimo fuggente con un set di canzoni prive di una collocazione temporale ben definita e precisa, ed è tutto qui il fascino di “Plastic Boquet”: nel suono della pedal steel di “Old Fashioned Man”, nell’incrocio magico delle voci in “Light Of Love”, nella narrazione confidenziale e in quella leggerezza che non si ascoltava più dai tempi di una giovane Emmylou Harris (“Last Burning Ember” e “Your Mind's Walking Out”).
Fortuna vuole che finalmente il duo folk canadese Kacy & Clayton assurga agli onori della cronaca grazie alla frequentazione del più noto Marlon Williams, senza dimenticare che i due si erano già contraddistinti all’interno di quella scena che ha in Colter Wall il referente principale e che qui viene brillantemente omaggiata dalle sonorità country western e honky tonky di “I'm Gonna Break It”. E non si sottovaluti la maestria strumentale del riservato e discreto Clayton Linthicum: valgano come esempio la solida “I'm Unfamiliar” e il country-blues di “Isn't It”.
Completano il quadro la malinconica ed evocativa ballata alla Roy Orbison “Arahura” e l’ancor più dolente “Devil's Daughter”.
“Plastic Boquet” è un disco di canzoni da amare, ballare, dimenticare e cantare (la title track è puro sixties folk-pop). Un contenitore di emozioni alterne come la vita, autentiche e creative come solo la musica popolare può essere. Un altro disco sfuggito ai consuntivi di fine anno a causa della pubblicazione avvenuta l’11 di dicembre.
20/01/2021