Guadagnato il centro della scena urban grazie all’acclamato “GREY Area”, nominato agli ultimi Mercury Prize, la giovane rapper londinese si ritrova a dover gestire l’acquisita notorietà in tempi di disastro Covid. Proprio mentre gran parte dei Festival più importanti del pianeta le avevano assicurato un posto confortevole, inserendola nei rispettivi cartelloni a caratteri ingranditi, l’obbligata reclusione (anche se le misure britanniche son state meno stringenti delle nostre) le ha consegnato nuovi spunti da sviluppare.
Registrati durante il periodo di quarantena, i cinque inediti che compongono il nuovo capitolo della serie “Drop” (i precedenti furono diffusi a inizio carriera, fra il 2014 e il 2015) mostrano una Little Simz psicologicamente abbattuta dai disastrosi effetti della pandemia, costretta nella dimensione casalinga proprio mentre il mondo desiderava incrociarla. Compressi in tracce concise ma efficacissime, scorrono istantanee di vita in lockdown, un diario di navigazione fatto di rimpianti e incertezze sul futuro, denso di obiettivi da realizzare senza averne la forza.
Cinque electronic bedroom songs che bruciano nello spazio di neanche tredici minuti, concepite nella solitudine del proprio appartamento, realizzate per motivi di necessità con una produzione meno appariscente del solito, soltanto la sua voce su uno sfondo musicale spesso minimal. Little Simz si mostra più vulnerabile e introspettiva, ma sempre graffiante, inviando messaggi dal confinamento, cercando una nuova luce che possa tornare a illuminare il proprio cammino.
A ventisei anni, con tre album all’attivo, la M.C. di origini nigeriane è ormai più di una giovane promessa. Oltre il grime, oltre l’hip-hop, oltre i divieti e le restrizioni.
17/05/2020