Il comunicato stampa parla chiaro: "W" significa women. Per il musicista, dj e produttore leccese Andrea Mangia - in arte Populous - la sfera femminile è da sempre fonte d'ispirazione, ammirazione e rispetto, e l'intento di questo disco è celebrarne l'energia in tutte le sue forme e sfumature - che sia tradizionale, matriarcale, femme o queer.
Non che gli ospiti siano mai mancati in casa Populous, ma con "W" l'arte del featuring diventa collaborazione completa e complementare. Da Roma e Milano al Giappone, dal Belgio all'Argentina e al Brasile, le donne di "W" mandano avanti il discorso tra idiomi, ritmi e percezioni sempre differenti. Ne sarebbe potuto uscire un pastrocchio, e invece "W" è il disco dell'estate del quale non sapevate di aver bisogno. Davvero troppo facile rimanere irretiti da queste trame di cumbia digitale, tropicalismo e house, quella particolare mescola che da quasi un ventennio costituisce il cuore pulsante del suono di Populous - ma che qui, in particolare, raggiunge una levità inusitatamente diafana, soffice, femme.
L'apertura di "Desierto" è una distesa infinita di sabbia bianca lambita dalle onde del mare delle Baleari, tra timbriche elettroniche, un beat che si prosciuga al sole e la languida presenza della musicista argentina Sobrenadar.
"Soy lo que soy", con la voce di Paulina del duo fratello/sorella Sotomayor, è un viaggio panamericano che dalle strade del Perù arriva sino alle spiagge caraibiche deep-reggaeton di Dj Python. Lampante la capacità di Populous nel saper costruire atmosfere perfettamente bilanciate tra materia digitale e una curata selezione sampledelica per ricreare il calore acustico di percussioni, fiati e legni. Lo si nota meglio sullo strumentale "Banda", altro invitante deep-reggaeton in salsa indo-arabeggiante in combutta con la produttrice argentina Barda.
Da Buenos Aires arriva pure Kaleema, che su "Fuera de mi" intona un canto sciamanico mentre Populous in sottofondo sfuma la base verso vischiosi vortici elettronici. Ecco poi il turno della favolosa vocalist brasiliana Emmanuelle, già nota nel settore per alcuni lavori rilasciati tramite la DeeWee dei belgi Soulwax - se non fate ancora parte del culto attorno a "Italove" è giunto il momento di rimediare. Qui la troviamo alle prese con "Flores no mar", stilosissima italodisco condita da rintocchi di vibrafono che picchiettano come i tacchi a spillo di una Exec sul pavimento di marmo della lobby di fronte all'ufficio. La versione album porta il pezzo a otto minuti e tredici secondi, grazie a una coda ambient che si dipana lenta come un chiar di Luna. Vorresti non finisse mai.
Non è comunque da meno il contingente italiano; l'immancabile M¥SS KETA, collaboratrice di lunga data con Populous (ricordiamo almeno la mitica "Xananas"), prende il microfono per fare la speaker sulla cavalcata vogue condita dai tipici crash di "HOUSE OF KETA". Sopravvedono il progetto anche il produttore Riva e Gorgeous Kenjii Gucci, quest'ultima madre della House Of Gucci e presenza leggendaria nella scena ballroom milanese - se ancora c'erano dubbi circa il tasso queer di questo disco, adesso sono totalmente dissipati.
Di provenienza dall'underground italiano, e già al lavoro con sudetto Riva, ecco pure L I M, che fa di "Getting Lost" una lucente ballata elettronica reminescente degli umbratili lavori PC-music di Hannah Diamond.
Per il gran finale si torna a planare ad ali spalancate su "Roma", con l'apporto di Matilde Davoli e un risicato ma fondamentale estratto parlato di Lucia Manca che viene incastrato su una produzione house raffinata come un disco di Christian Prommer.
Qualcuno potrà fare un paragone con "Saudade", disco di qualche anno fa della Thievery Corporation che impiegava un cast tutto al femminile per ricreare cinematografiche atmosfere tropicali di bossa nova. Ma dove quest'ultimo veniva coperto da una patina vintage al punto da sembrare una cartolina per turisti, "W" centra il bersaglio mostrandosi ascolto moderno e stimolante, ben variegato ma sonicamente coeso da cima a fondo.
Le qui presenti ospiti sono autrici e protagoniste in primo piano, Populous non fa che tesserne assieme le presenze in un arazzo di senso compiuto, e il risultato è un gran piacere per le orecchie. Assieme a Clap! Clap!, Dj Khalab e i personaggi che girano attorno al Motel Forlanini e la ROCCODISCO, Populous continua a regalarci produzioni elaborate, ricercate, intelligenti e di ampio respiro internazionale. In casi come questo, il Belpaese non ha assolutamente nulla da invidiare al resto del mondo.
22/05/2020