La ragazza nativa dalle lunghe trecce che dialogava con l’acqua del fiume per parlare al suo cuore diamante è cresciuta. E’ diventata donna. Moglie. Madre. Universo compiuto. Lo è diventata scavallando colline, travalicando ferite, superando amori spezzati, delusioni ardenti, arbusti e lacrime. Non ne fa parola quasi mai, eppure si sente. Ha conosciuto il dolore e ne ha fatto una pregiata alchimia. Per arrivare alla sua piena vita realizzata. Per giungere fertile nella sua stanza della musica e: sedersi. Creare. Trasformare in prodigio il già noto. Al fianco, due strumenti appesi. Sulle sue ginocchia, un gatto, amatissimo. Una finestra. Un tappeto. Alle volte, dei fiori, in un vaso di terracotta. E il vuoto attorno. Necessario per invocare il nuovo, la creazione. O per riformulare il vecchio.
La crescita, la maturità hanno fatto il resto. Ed è così che i brani di "Live At The Map Room" si offrono, alle labbra assettate di magia, degli ascoltatori. Asciutti. Essenziali. Ossuti perfino. Scarni. Meravigliosi nella loro semplice ossatura. Sublimi, nella loro cristallina semplicità acustica. Brani epocali che hanno reso quella ragazza, fiore rubicondo, in donna austera, quasi severa ma dal sorriso dolce e dilaniante.
La sua perfetta voce calcarea è sorretta da una manciata di strumenti immacolati. Il timbro della chitarra acustica. La viola di Mirabai Peart. Il pianoforte, il violoncello e il flauto di Heather Woods Broderick.
“Live At The Map Room”, è uscito il 9 aprile di quest’anno. Ma attinge a memorie precedenti. Alla fine del tour che Alela aveva concluso nel 2018, dopo la pubblicazione di “Cusp”.
I brani in in scaletta sono quelli che hanno reso Alela Diane l’artista che oggi è. “Tired Feet” e “Oh My Mama!” assumono una potenza solitaria e alare immensa. “Dry Grass & Shadows” e “Lady Divine” sono forse i più bei gioielli di questa corolla sonora. “Clickity Clak”: è una preziosa nenia ipnotica ripetitiva e struggente.
“White As Diamonds”, da sempre, è un rituale. Da brividi. Pelle irsuta. L’acqua si ferma per ascoltare. Il vento rallenta. Il fuoco si scioglie. La terra si inchina. Una invocazione sacra agli elementi. E così è rimasta. Una canzone che dell’umanità ha davvero poco, del soprannaturale tutto. Ed è qui che si sentono le radici native ametista di questa donna tamburo e arco. Nella sua fiammeggiante gola liquida: nei suoi richiami primordiali alle direzioni.
Un'edizione limitata in vinile bianco, firmato dalla stessa Alela, di "Live At The Map Room" è in vendita sul sito della musicista americana.
05/05/2021