“Agnus Dei (JS Bach)” parte con un improvviso muro harsh noise che potrebbe ricordare il capolavoro dell’esordio “That He May Not Rise Again”. Emerge lentamente il canto classico di Hayter, con archi da messa sacra deformati da lacerazioni noise altalenanti, che lasciano spazio alla voce per poi improvvisamente riprendersi la scena. Questa duplicità tra liturgia e industrial, pur non essendo nuova nella sua discografia, riesce sempre ad avere vitalità e fascino e in “Agnus Dei” raggiunge nuovi vertici.
Ancor più vicino all’album d’esordio è “In Tongues (Prelude)”, con dialoghi di una ragazza e organi di chiesa sommersi da nuove ondate industrial, riuscendo ancora una volta a unire bellezza e devastazione come fosse la cosa più naturale possibile. "Sexless// No Sex" è una cover della band hardcore Iron Lung che prosegue sul tema, da lei sempre molto sentito, della violenza sulle donne. “Where’er You Walk” unisce musica classica e letteratura, tramutando la musica di Handel in una colonna sonora di moderni orrori a cui si aggiunge la lettura di “I Know, You Walk”, una poesia di Hermann Hesse.
Solo sedici minuti per quello che potrebbe solo il preludio di un imminente Lp. Pochi minuti ma potenti e decisi, con una poetica matura e idee musicali perfettamente compiute.
(08/04/2021)