Manchester Orchestra

The Million Masks Of God

2021 (Loma Vista)
indie-rock, folk-rock

A dispetto di un nome che testimonia l'amore dei Manchester Orchestra per la scena di una città ben lontana dalla loro Atlanta - la Manchester di Oasis, Stone Roses, Smiths e Fall - nel corso della sua carriera la band si è progressivamente avvicinata al folk della propria terra, che è diventato via via sempre più importante per il suo indie-rock romantico ed emozionante. Di questo processo "The Million Masks Of God" è probabilmente la fase finale.
L'anima del gruppo è al solito Andy Hull, che ha scritto per l'occasione alcuni dei testi più convincenti della carriera, lasciandosi ispirare da lunghe riflessioni intorno al ciclo della vita - di quelle che di questi tempi difficili hanno invaso i pensieri di molti. Grazie alla sua voce limpida, dolciastra e potente, nonché al cantato enfatico e trascinante, il frontman trasforma le sue elucubrazioni in inni da cantare live o, all'occorrenza, in dedicate nenie dal sapore pastorale.

Folk dicevamo, Americana. Certamente. Tuttavia, prima di lasciarsi andare completamente alla tradizione, i Manchester Orchestra di "The Million Maks Of God" (che è il loro disco numero otto) non mancano di offrire ai propri fan una cospicua dose di elettricità e cavalcate chitarristiche. Dall'intro in rincorsa di "Inaudible" è infatti tutto un crescendo di stoccate indie-rock tirate e muscolose, che culmina tra graffianti ritmi elettronici e un ritornello memorabile nel singolo "Bed Head". Non distante dal folk-rock avvolgente e radiofonico degli ultimi Fleet Foxes, "Annie" fa da bridge a una seconda parte di disco fortemente legata alla musica tradizionale americana.

"Telepath" introduce un delicato fingerpicking sulla chitarra acustica, che carezza i delicati beat insieme a tiepide spalmate di violoncello. Altrettanto delicata nelle strofe, "Let It Storm" si agita giusto sul coinvolgente ritornello cantato da Hull volteggiando tra le note di pianoforte e sul ruvido intervento di chitarra elettrica verso il finale. Analogamente, ma mediante marcate striature elettroniche, viene acidificato anche il finale di "Dinosaur".
A un certo punto di "Obstacle", Tim Very (batteria) e Andy Prince si lanciano in un attacco frontale ritmico degno dei Foals, ma una "Way Back" nuovamente accorata e guidata dalla delicatezza della chitarra acustica fa scivolare il disco verso il finale morbido e sussurrato di "The Internet".

Ormai attiva da una quindicina d'anni, la Manchester Orchestra non gode della fama di altre band coeve, ma dispone di uno stato di salute migliore di molte di queste. Dacché un disco di rara intensità come "The Million Masks Of God" conferma quello che già il precedente "A Black Mile To The Surface" ci aveva insegnato, ossia che la lieve flessione fatta registrare dalla band con la doppietta "Cope"-"Hope" del 2014 era un piccolo malore temporaneo. E che la band è tornata più forte che mai.

07/05/2021

Tracklist

  1. Inaudible
  2. Angel Of Death
  3. Keel Timing
  4. Bed Head
  5. Annie
  6. Telepath
  7. Let It Storm
  8. Dinosaur
  9. Obstacle
  10. Way Back
  11. The Internet


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