Al netto di un primo impatto più che buono, e della sensazione generale di essere di fronte a un lavoro coeso e ispirato, con l'aumentare degli ascolti emergono alcune riserve. La tavolozza cromatica di "Semplice" si apre nel colore di "A te", con una struttura ariosa sorretta da una chitarra acustica e da una melodia d'archi classicheggiante che rimanda agli Afterhours di "Non è per sempre". Rapisce, poi ti fermi ad ascoltare il testo e l'incanto si rompe. Perché questa poetica del vago, ormai un po' logora, comincia a mancare dell'innesco suggestivo: "E come il mare alla fine/ vai dove vuoi andare/ fai quello che ti va". Seriamente? È davvero questo il "Grande Cantautorato Italiano" con cui ci riempiamo la bocca? Il mare che si muove seguendo le correnti e tu che sei imprevedibile e quindi sei bella e anarchica e libera come il mare? Dai.
La nota stonata di "Semplice" si avverte proprio nella mancanza di tensione che contraddistingueva le migliori canzoni di Motta, ora che mancano i "Roma stasera mi prendi dal collo", i "respira forte la nostra ultima canzone", quei dettagli vividi che davano alla sua musica una sostanza, una forza poetica tangibile - mentre abbondano, di contro, i cliché di cui prima. Ha però il pregio, questo disco, di essere suonato e arrangiato con cura, con gusto e varietà. Con più creatività che maniera, e qui sta il suo valore più sottile e profondo.
Il rock di Motta si estende verso orizzonti pop-wave ("Quello che non so di te"), leggerezze agresti ("Qualcosa di normale", in duetto con la sorella Alice), inattese fughe techno ("Quando guardiamo una rosa"), e ritorna in casa in canzoni come l'intensa "Semplice" o il singolo "E poi finisco per amarti", finché dal suo costante vagheggiare non emergono anche delle verità che si aggrappano al collo: "E ci sentiamo sempre unici/ come miliardi di persone sole". Si allarga più che può nello spazio stretto della canzone da radio e affabula molto bene, mascherando i manierismi letterari da escamotage evocativi. A volerlo, ma a volerlo davvero, qualcuno finirà per amarlo.
(31/05/2021)