This entire album is a reflection of a very lost and vulnerable person. Excuse the melodrama. Thank you for listening.
Il giovanissimo Nick Kozik, nato nel 2004, torna a raccontare l'isolamento e la poesia del dolore dopo un anno abbondante dall'ammaliante smussatezza di "Subnivean". Se con quel lavoro, di poco precedente allo scoppio della pandemia e funzionale colonna sonora del lockdown, avevamo trovato un luogo sicuro in cui esplorare lo stato di sospensione dei paesaggi invernali, questa volta l’evento storico del decennio è letto più compiutamente e in diretta.
Scritta sul finire del 2020 e all’inizio del 2021, quando l’autore aveva ancora 16 anni, l’opera traduce il senso di disordine e irrazionalità di un anno difficile, particolarmente duro per Kozik: l’inattività per lui è diventata una terribile apatia, tanto da portarlo a osservare per ore le pareti in cerca di una qualche pace.
In questo "Violent Lives" la materia sonora è tanto calda e vibrante quanto funebre e immobile. Nello sviluppare questi contrasti, il vero motore di composizioni fatte di droni e ripetizioni ipnotiche annegate in mari di riverberi, Kozik si muove con estrema eleganza e misura. "On Dark Exits", scelta come apertura, definisce il tono onirico e meditabondo, ma è con il lirismo disperato di "Some Small Winter" che si entra nel vivo dell'esperienza d'ascolto. Come nelle fotografie angoscianti e ammalianti di Irisarri, e come nel lento dipanarsi dei loop disintegrati di Basinski, l'apparente lentezza nasconde sviluppi minimali ed evoluzioni sottili che guidano l'ascoltatore nel naufragare nella malinconia. "Through A Hospital Courtyard", con i droni che incombono quasi fossero echi dell'altro mondo, stringe il cuore e morde alla gola, rappresentando il momento più intenso. La diramazione che segue porta con sé una magnifica nostalgia, sublimata nella confessione pianistica di "Abscence Of Memory", che funziona come distensione emotiva e conclusione di un processo emotivo interiore in cui l'autore ha condotto l'ascoltatore.
Rimane tempo per un'ultima, lunga esplorazione: "The Nights Will Always Hang Above Us", in quasi nove minuti, intesse un drone cosmico e onirico che infine si libra leggerissimo, poche note sparute che scompaiono all'orizzonte come un ultimo ricordo.
L’autore stesso, che conferma qui un talento incredibile per un ragazzo della sua età, è molto (troppo) critico nei confronti del risultato finale, che considera mediocre, derivativo, piatto e senza vita. Sembra che in 40 minuti abbia saputo, invece, tratteggiare con commovente intensità il senso di incompiutezza, smarrimento, nostalgia di un periodo tragico, senza estetizzare né inaridire il racconto.
“Violent Lives” è un de profundis per l’umanità, pensato, composto e registrato da un adolescente disperato, che ispira una catarsi liberatoria.
(le citazioni sono estratte dal Bandcamp dell'artista)In memory of Richard and Christa Kozik
In memory of the three million+ covid-related deaths
In memory of the tens of thousands who've taken their own lives in the past year
03/07/2021