Olivia Rodrigo

SOUR

2021 (Geffen)
pop

Diciott'anni e in vetta al mondo; è successo alla californiana Olivia Rodrigo, che pochi mesi fa con "drivers license" s'è piantata in cima a Billboard per otto settimane, destando attenzioni a catena un po' ovunque. Voce matura per la propria età, testo imbronciato, produzione efficace e un melodismo a cavallo tra Lorde e Feist: "drivers license" è stato uno dei rari singoli capaci di spezzare il flusso di rap e dance elettronica che di questi tempi occupa i primi posti delle classifiche anglofone. "SOUR" arriva a stretto giro per completare il quadretto, ma una volta passati sopra l'apparente "novità" di alcune ruggenti sonorità rock di certi passaggi, i successivi ascolti mostrano la corda di un lavoro giustamente giovanile ma sin troppo prevedibile e monotematico.

Il retroscena è semplice: Olivia e l'attore Joshua T. Barnett recitavano assieme nella popolare serie Disney "High School Musical" e col tempo hanno iniziato una relazione sentimentale. Poi si sono lasciati, lui ha presto trovato un'altra (probabilmente la collega Sabrina Carpenter, altra stellina del circuito Disney) e il resto è dramma. I fan si sono lanciati alla ricerca di vecchi post come i sassolini di Hansel e Gretel, nel tentativo di ricostruire questa perfetta tempesta da social, e l'intero "SOUR" ne forza ulteriormente la narrativa tramite chitarre elettriche e ballatone strappalacrime.
Qualcuno potrebbe trarre un parallelo col celebre "Jagged Little Pill", ma Rodrigo manca totalmente delle bizzarre invettive della Morissette, oltre a rifiutarsi quasi categoricamente di offrire altri spiragli personali oltre il ruolo di terza classificata nel triangolo. Le poche volte in cui ci prova, come sull'iniziale "brutal", il risultato lascia molto a desiderare.

Anche quando la costruzione dei pezzi tocca una compiutezza formale sicuramente piacevole alle orecchie - vedasi l'altro singolo "deja vu", il funk urbano di "jealousy, jealousy" o le inflessioni pianistiche alla Regina Spektor di "1 step forward, 3 steps back" - rimane al lavoro un'aura di scontatezza difficile da ignorare. L'insistente tema della relazione andata male risulta fastidioso e finanche più pretestuoso che non genuino.
Seguire il melodramma attraverso il valzer alla Ed Sheeran di "enough for you", il folk in punta di chitarra stile Taylor Swift di "favorite crime", le schitarrate alla P!nk di "good 4 u" e il prevedibile finalone "hope ur ok", è quindi come guardare l'episodio di una serie Netflix: descrittivo al punto da togliere alla musica tutto il potere evocativo.
Davvero impossibile sorvolare sopra il testo-cringe del melodramma corale "traitor", canzone che, parafrasando quel che disse scherzosamente Tori Amos proprio alla Morissette negli anni 90, "farebbe male anche alle orecchie di un cane".

Non c'è da stupirsi nel vedere l'apprezzamento da parte di tutti quei giovani che stanno trovando in "SOUR" le risposte ai propri sbalzi emotivi: il disco è una perfetta capsula di turbe adolescenziali che soffocano e sembrano insormontabili, ma che con un po' di prospettiva rappresentano la naturale transizione verso l'età adulta. Per un pubblico più maturo, infatti, "SOUR" non offre nulla di memorabile, sia per temi che tantomeno per scrittura e sonorità impiegate. Può far specie trovare qualche schitarrata qua e là, ma è più un effetto-Maneskin a Sanremo e all'Eurovision che non per vera rinascita di quel tipo di cantautorato.
S'intravede comunque in Olivia un discreto potenziale, grazie a una bella voce e a un senso della melodia ordinato e classicamente radiofonico. Del resto, a soli diciotto anni, il mondo è ancora tutto da esplorare - e con questo tipo di mezzi e numeri a disposizione, la strada è già spianata.

06/06/2021

Tracklist

  1. brutal
  2. traitor
  3. drivers license
  4. 1 step forward, 3 steps back
  5. deja vu
  6. good 4 u
  7. enough for you
  8. happier
  9. jealousy, jealousy
  10. favorite crime
  11. hope ur ok


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