C. Duncan

Alluvium

2022 (Bella Union)
sophisti-pop, baroque-pop

Nell’arco di tre album C. Duncan ha messo a punto una frizzante formula sophisti-pop con venature psichedeliche, prima lasciandosi alle spalle le primigenie sonorità lo-fi e naif dell’esordio “Architect”, poi assimilando all’interno di un sempre più elegante dream-pop sia l’eccentricità della contaminazione elettronica sperimentata con l’album “The Midnight Sun”, sia la prospettiva elegantemente architettonica di “Health”.
Per il musicista scozzese il nuovo album è anche l’occasione giusta per superare le problematiche psicologiche scaturite dal recente coming out: da qui la scelta di contrapporre ai testi più tristi mai scritti dall’autore anche sonorità più solari e limpide. Con Beach Boys e Zombies nel cuore e nella mente, C. Duncan sposa le grazie dell’europop d’autore, delle orchestrazioni alla Electric Light Orchestra e della perfezione estetica di Alan Parsons. L’incognita a cui “Alluvium” deve far fronte è la possibilità di condensare tutte queste peculiarità in una formula definitiva, dalla quale attingere sia nel presente che nel futuro, senza crollare nel manierismo dell’easy listening.

A tenere alta la tensione del gustoso baroque-pop dello scozzese è una scrittura mai così sicura e, perché no, sopra le righe. C. Duncan per la vibrante “Bell Toll” estrae dal cappello magiche note dal profumo d’antan, vestendole con cori angelici, un evocativo fischiettare e un’ipnotica cadenza armonica; nel breve strumentale di “Lullaby” ripristina il fascino noir di vecchie infantili ninnenanne; e infine esplora con maggior convinzione le gioie dell’elettronica post-Human League nei due gioiellini pop “Heaven” e “I Tried”.
Nell’arco di quattordici canzoni al di sotto dei quattro minuti - unica eccezione la ballata pianistica “Earth” – “Alluvium” riabilita altresì quella scuola del cantautorato pop che negli anni 70 coniugava le qualità della musica popular con le più ambiziose tessiture della psichedelia e del progressive. Sono infatti Colin Blunstone e Chris Rainbow i veri punti di riferimento dell’ultimo set di canzoni del musicista scozzese – l’elegante pop cantautorale di “You Don't Come Around” - ma anche i Moody Blues - il coinvolgente pop onirico di “Air” -  e i Left Banke – l’elegante valzer di “We Have A Lifetime”.

Nel perfetto incastro pop allestito da C. Duncan per questo nuovo album, le meste e timorose sonorità di “Sad Dreams” si sposano senza timori o difficoltà con le lievi contaminazioni jazz di “Pretending”. Allo stesso modo le nuance quasi operistiche alla Van Dyke Parks della romantica “The Wedding Song” creano l’humus perfetto per la chimerica e poetica “Upon The Table”, con la quale il musicista rimarca e consolida la pregressa formazione musicale di stampo classico.
“Alluvium” è un’ulteriore conferma delle qualità dell'artista scozzese, un gioiellino di pop barocco finemente decorato e dal fascino insolitamente trasversale.

02/09/2022

Tracklist

  1. Air
  2. Heaven
  3. We Have A Lifetime
  4. Bell Toll
  5. Lullaby
  6. Torso
  7. Pretending
  8. You Don't Come Around
  9. I Tried 3:49
  10. Sad Dreams
  11. Alluvium
  12. Earth
  13. The Wedding Song
  14. Upon The Table  




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