“Twist Into Any Shape”, cambiare in ogni forma si desideri, mutare, non rimanere mai uguali a se stessi, questo il manifesto con cui i
C’mon Tigre hanno deciso di annunciare il nuovo capitolo della loro storia, un messaggio trasmesso con energia dirompente in un pezzo che paradossalmente si rivelerà essere quello più vicino allo stile che ha contraddistinto il gruppo nelle precedenti uscite.
Poliedrici, poliglotti, polisemici, i C’mon Tigre si sono affermati negli ultimi anni come uno dei migliori progetti artistici fuoriusciti dalla nostra penisola con la loro combinazione sorprendente di jazz elettrificato ed elettronico e suggestioni esotico-folkloristiche provenienti dalle culture più disparate del globo.
Questo nuovo “Scenario” arriva a tre anni di distanza dal suo predecessore “
Racines” e oltre a segnare un ulteriore passo avanti (o meglio ancora di lato) nella storia evolutiva del gruppo ne sancisce, forse definitivamente, la consacrazione.
Come nelle precedenti opere del misterioso duo che ha dato origine al collettivo, anche in questo nuovo capitolo l’apparato iconografico si rivela subito fondamentale, non solo attraverso le stimolanti collaborazioni in ambito video con Danijel Žeželj ("No One You Know") e Donato Sansone ("Twist Into Any Shape"), ma anche, e soprattutto, per l’ispirazione trovata nel lavoro fotografico di Paolo Pellegrin, acuto osservatore delle problematiche contemporanee in ogni angolo di mondo che con i suoi scatti, inseriti anche nell’edizione speciale del disco, ha contribuito ad accendere il fuoco sacro da cui è scaturito “Scenario”.
La nuova opera dei C’mon Tigre può essere vista da un certo punto di vista come la più diretta del progetto.
I brani che la compongono si avvicinano infatti per la prima volta a qualcosa che somiglia a una forma canzone più classica, con melodie maggiormente definite e coinvolgenti, ma lo fa come al solito combinando le suggestioni più diverse.
Esempio calzante è la danza afro-brasiliana di “Kids Are Electric” che coniuga magistralmente chitarre bruciate dal sole africano alla tradizione del Forrò brasiliano, energie perfette per veicolare un potente messaggio di vitalità e cambiamento diretto alle giovani generazioni, ma anche il basso trascinante della suadente “Supernatural” o la dichiarazione d’amore di “La mer et l’amour” che sfoggia una linea vocale toccante tanto quanto il suo testo.
“Scenario” presenta anche novità rilevanti per la formazione, che di certo non rinuncia alla sua naturale vena sperimentale.
È così che alcuni pezzi sono caratterizzati come mai prima da preponderanti arrangiamenti di archi di stampo cinematico, come quelli che disegnano il ballo al tramonto di “The River”, che ha la forza di trascinare l’ascoltatore tanto sulle rive del Congo quanto su quelle del Danubio, o quelli che calano la fantascientifica “Automatic ctrl” nelle atmosfere di uno spy movie. L’avvicinamento al mondo cinematografico è percepibile anche negli oscuri battiti di “Migrants”, pezzo strumentale che si rivela essere anche quello più politico e direttamente influenzato dall’opera di Pellegrin.
Anche la componente ballabile, da sempre caratterizzante il gruppo, è spinta in “Scenario” verso nuovi lidi. Se abbiamo già menzionato gli incontri culturali di “Kids Are Electric” non possiamo ora certo trascurare la spinta elettronica vicina al rave della breve ma fiammante “Burning Down”, la quale presenta elementi che verranno ripresi nella conclusiva e disturbante “Sleeping Beauties”, che vede la partecipazione del mitico sassofonista
Colin Stetson.
Proprio le collaborazioni sono un altro punto focale di “Scenario”, in quanto mai così numerose e riuscite. Oltre a Stetson, sono presenti anche i tagli hip-hop di Mick Jenkins (già comparso su “Racines”) e l’ammaliante voce di
Xenia Rubinos che rafforza l’animo
trip-hop della fantastica “No One You Know”, molto vicina al catalogo dei
Thievery Corporation.
“Scenario” è dunque un altro centro pieno per i C’mon Tigre, che si dimostrano per l’ennesima volta artisti a tutto tondo senza limiti di alcun tipo nel creare musica e immagini che si riconfigurano continuamente lungo lo spazio tempo, lasciandoci sbalorditi alla fine del viaggio.
04/04/2022