C'Mon Tigre

Racines

2019 (BDC / !K7)
ethno-soul, electro-jazz

Sono tornati i C’Mon Tigre, duo cosmopolita di base in Italia intorno al quale si articola e si esprime un collettivo di musicisti e artisti visivi. A distanza di circa 5 anni dall’ottimo esordio "C’Mon Tigre" (Africantape, 2014), il ritorno è all’insegna di passaggi e scambi costanti tra due principi, le origini (“Racines”, dal francese) e gli attraversamenti, rendendo il percorso nel disco un flusso che ci porta contemporaneamente in mille direzioni.
“Racines” - al quale hanno contribuito attivamente Danny Ray Barragan aka DRB, Mick Jenkins, Pasquale Mirra, Beppe Scardino, Mirko Cisilino, Marco Frattini, Jessica Lurie, Amy Denio, Tina Richerson, Sue Orfield, Alessandro Rinaldi, Henkjaap Beeuwkes - è accompagnato da alcuni videoclip animati (come “Behold the Man” di C’Mon Tigre e Sic Est) e da un libro di illustrazioni e fotografie (Harri Peccinotti, Boogie, Mode 2, Ericailcane, Shigekiyuriko Yamane, Stefano Ricci, Maurizio Anzeri, Sic Est, Danijel Žeželj e Gianluigi Toccafondo), che integra l’ascolto avvicinando l’oggetto “Racines” all’idea di libro d’artista.

La partenza è affidata a un brano che suona più come un epilogo che come un inizio, “Guide To Poison Testing”, con sonorità jazz-soul tra Lounge Lizards e Tindersticks e un finale con smania elettronica, brano che risulterebbe perfetto per un film di Jim Jarmusch. Si viaggia su incidenze ethio-jazz con un cantato rotondo e persuasivo, facendo uso della talk box, delle chitarre, dei sintetizzatori e degli ottoni in tutto il calore della musica black anni 70. Setacciando questo percorso, tra filamenti radicolari (Mulatu Astakte, Curtis Mayfield, Gil Scott-Heron) e tracciati collimanti (Heliocentrics, Timber Timbre), ci imbattiamo nei caldi vibrafoni e nei ritmi spezzati di “Gran Torino” (con echi di colonne sonore come “Three Days Of The Condor” di Dave Grusin), nell’elettronica dal cuore analogico di “Underground Lovers” (con l’intervento del rapper Jenkins e quell’incipit che ammicca agli LCD Soundsystem), nel groove rarefatto di “808”, dedicata alla memoria di Enrico Fontanelli degli Offlaga Disco Pax, e negli eleganti cori che punteggiano brani come “Paloma”.

“Racines” abbraccia un’idea di Mediterraneo come origine, crocevia, coacervo e panorama sonoro che include l’Africa, il Medioriente e le Americhe. Qui si mescolano in maniera estremamente raffinata e articolata sonorità, stilemi, generi, sfumature, inquadrature, profumi e timbri di un universo-mondo in cui gli ascoltatori possono viaggiare seduti, con le cuffie ben salde alle orecchie, tra afro-beat, ethno-jazz, funk, soul, electro, indie, hip-hop e trip-hop. Il tutto, benché vario, presenta una grande compattezza e coerenza compositiva e produttiva. Si perdono spesso coordinate e traiettorie durante “il viaggio”, ma, prendendo in prestito le parole di Leopardi, “il naufragar m'è dolce in questo mare”.

“Racines" è viaggiare con la mente attraverso i suoni, creando un mondo senza mappa che esiste ovunque al presente e, allo stesso tempo, elaborando l’immaginazione stessa come processo compositivo, un po’ come trovarsi dentro tutti i libri di Emilio Salgari nello stesso momento. È un album che elettrizza dal gusto, dalla densità e dalle mille tappe del globo terracqueo dove ti trasporta in ogni passaggio, inscrivendo perfettamente i C’Mon Tigre in un contesto internazionale di band “meticce” come Sons of Kemet, The Comet is ComingXylouris WhiteJerusalem in My Heart e Fire! (Orchestra). Ammicca agli ammiratori di gruppi come Calibro 35, In Zaire, Movie Star Junkies e Julie’s Haircut, così come potrebbe piacere ai fan dei Radiohead di “Amnesiac” (vedi “Quantum Of The Air”) e ai nostalgici delle sonorità e dei film underground newyorkesi degli anni 70 e 80.

04/03/2019

Tracklist

  1. Guide to Poison Tasting
  2. Gran Torino
  3. Underground Lovers
  4. 808
  5. Behold the Man
  6. Paloma
  7. Quantum of the Air
  8. Racines
  9. As Tu Été À Tahiti?
  10. Mono No Aware 物の哀れv


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