Il Lungo Addio

Tropico romagnolo

2022 (Wallace)
songwriter

Sono passati due anni dall'ultimo album del progetto di Fabrizio Testa, Il Lungo Addio. Pochi giorni dopo la pubblicazione di “Estate violenta" scoppia il caos, la pandemia, il lockdown e l'annullamento conseguente di tutti i live ormai programmati. Ci vogliono quindi almeno due anni per riprendersi e il nuovo “Tropico romagnolo" fa trapelare in pieno questo lungo periodo di stanchezza, solitudine e sogni svaniti nel nulla.
“Tropico romagnolo” suona quasi come un messaggio di addio alla costiera, al mare d’inverno, alle zanzare, ai camping e alle stanze d’albergo che avevano così fortemente segnato tutta la discografia precedente. Se il ricordo del passato, dell'infanzia felice o di una storia d’amore perduta, sono sempre stati il centro della produzione de Il lungo addio, adesso tutto sembra più distante e irriconoscibile, quasi come una spiaggia avvolta nella nebbia, come quando ci si sveglia e non si riesce ad afferrare il sogno che è immediatamente svanito dalla mente.

 

La Romagna di "Tropico romagnolo" è abitata da uomini che vagano nel nulla, senza meta, senza un perché, che raramente godono di piccolissime cose, rari momenti felici che ricordano vagamente un'infanzia ormai lontanissima (una pizza in albergo, un pomeriggio passato in spiaggia da soli). A volte sembra che la Romagna di Fabrizio Testa sia simile agli Stati Uniti di un Tom Waits brillo o a un film di Michelangelo Antonioni, dove i protagonisti del disco - cercando di colmare il proprio vuoto interiore - vagano su strade assolate come la coppia Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau in “La notte”, persi nel non senso della vita come Monica Vitti in "Deserto rosso”, e che a volte si perdono letteralmente come Lea Massari nel capolavoro “L’avventura”.

E’ evidente il tentativo di provare nuove strade rispetto a "Estate violenta”, disco che conteneva persino potenziali hit, ma è soprattutto quello che non c'è a lasciare il segno. Perché “Tropico romagnolo" è soprattutto un album estremamente minimale, in cui l'operazione più massiccia è la sottrazione, metafora della vita del lockdown del 2020, con una riduzione dei suoni che diventa sinonimo di sottrazione di vita e di giornate felici.
Prova di questa costante riduzione è “Pizza in albergo”, brano costruito sulle percussioni su cui si inseriscono stilettate di tastiere e rumori che inizialmente sembrano quasi una citazione dei Suicide, prima del momento in cui dalle percussioni emerge una melodia ipnotica e infantile accompagnata da synth e infine devastata da rumori industrial che cancellano ogni memoria possibile. “Lido di classe” è ancora un triste ricordo del passato, con trombe nostalgiche in lontananza e sonorità vagamente da prog anni 70, ancora un ricordo sbiadito di anni svaniti nel nulla.

 

L'uomo che vaga in una vita di cui non ha compreso lo scopo, è pienamente rintracciabile nell’accoppiata “Nel pomeriggio” e “Porto Canale”, cantautorato poetico scarno (voce, tastiera e basso) tra Lucio Battisti e i Death In June, in cui la solitudine e il mare sono l'unica medicina per un male di vivere insopportabile ("vado al mare così mi passa anche la voglia di morire"). Tra consuete passeggiate fatte di letture del solito giornale, di una voglia di partire senza sapere dove, di azioni ripetute con abitudine che non danno felicità, di ritorni a casa e successive uscite per comprare le sigarette e la fatica della convivenza con una donna che non si ama più, Fabrizio Testa delimita chiaramente lo scenario in cui si muove questo disco/film sonoro.

 

Chiude la title track di ben otto minuti, dove il caldo e le zanzare dell'estate sembrano trasformare il paesaggio romagnolo in una savana. L’inizio è ancora una volta ridotto al minimo, con piano, percussioni e registrazioni ambientali. Tra cicale e grilli trascorre la solita giornata romagnola, con zanzare, gelati, acqua salata, creme solari e aria condizionata. Ritmi giocosi ("questo tropico romagnolo") si alternano a riflessioni semiserie che non portano a nulla, pensieri fugaci e scollegati tra loro che vagano nella mente senza costrutto, fino all'improvviso sopraggiungere di un'ondata di samba che sfocia ancora improvvisamente nell’eterno sottofondo dell’estate romagnola, il canto dei grilli e delle cicale.
Forse l'addio definitivo alle spiagge e agli ombrelloni, per ritrovarsi altrove e provare a dimenticare (quasi) tutto.

01/10/2022

Tracklist

  1. Pizza in albergo
  2. Lido di classe
  3. Nel pomeriggio
  4. Naufrago
  5. Portocanale
  6. Tropico romagnolo




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