Iluiteq

Giunta al terzo capitolo, la collaborazione tra Sergio Calzoni (Colloquio, Orghanon) e Andrea Bellucci (Red Sector A, Nerva, Subterranean Source) sotto la sigla Iluiteq assume la forma di un sodalizio stabile che, proseguendo a indagare le potenzialità del verbo enoiano, ne esplora nuove possibili declinazioni. Gli ingredienti di base continuano a essere aeree fluttuazioni sintetiche e nuclei armonici dallo sviluppo meditabondo, combinati a partiture acustiche e diluiti field recordings in un insieme elegiaco accuratamente costruito.

A dettare un parziale cambio di rotta è soprattutto la ricerca di un soundscape più luminoso che prova a tradurre l’esigenza – dichiarata nell’ambivalenza del titolo - di trovare una serenità interiore da contrapporre all’inquietudine di un presente sempre più oscuro. Le tessiture prediligono una formulazione meno nebbiosa con la componente melodica in primo piano scandita da pulsazioni tenui ma chiaramente avvertibili (“Rarefaction”, “The Dark Outside”).
Minore spazio, dunque, per l’algida componente drone, che tanta parte aveva nel debutto “Soundtracks For Winter Departures”, e per l’incedere dolente dell’epopea ecologico-ambientale di “The Loss Of Wilderness”, a favore di strutture atmosferiche nutrite da modulazioni calde e sinuose. Le ombre non sono escluse e ricompaiono, anche se meno incombenti, nella parte terminale del lavoro, sulle correnti ruvide di “In The Storm” – impreziosita dalla chitarra di Stefano Nieri – e soprattutto nella virata dark-ambient della spendida “Deep”, apice di un itinerario emozionale intenso.

È una complicità che continua ad affinarsi, quella che lega Calzoni e Bellucci, una sinergia felice da cui è lecito attendersi ulteriori, meritevoli sviluppi.

15/06/2022