Amo l'Italia, odio gli italiani
Giro per la strada, ma senza fanali
Ho testi banali, do il peggio di me su 'ste basi
Pubblicare il seguito del doppio platino "Mattoni" (2019) non dev'essere stato facile per Luca Pace alias Night Skinny: l'album fotografò un momento di riconoscimento per il producer proprio in una fase di rinnovamento (parziale e per certi versi effimero) della scena hip-hop. Per un artista cresciuto in territori meno popolari, "Mattoni" è stato un accesso al mainstream che questo quinto album, "Botox", ha il fardello di dover confermare.
Nelle 21 canzoni per quasi 69 minuti si nota subito l'impressionante numero di 40 ospiti al microfono, notevole persino per un'epoca in cui i featuring sono l'espediente più frequente per espandere la fanbase e moltiplicare gli streaming. In "Botox" non sono solo tantissimi ma ritornano in vari brani, configurando una specie di formazione a geometria variabile: Rkomi ed Ernia compaiono sei volte, Guè e Geolier quattro, Noyz Narcos tre e così via. La maggioranza dei brani ha più di una voce, con molti che contano tre o quattro ospiti, e il brano conclusivo, una posse cut, totalizza dieci featuring.
L'ascolto spazia tra modelli dall'anima più tradizionale, costruiti attorno alle barre dei vari rapper ("Fake", "Non aprire", "Prodotto"), momenti orientati all'it-pop-rap contemporaneo ("Diavolo", "Blessed") anche in versione malinconica ("Marciapiede", "Mezzanotte in punto") ed episodi più vicini allo stile trap più crudo (la trucida "Giorni contati", lo swag di "Doppio Hublot", l'esplicita "Coki").
Si alternano i flow e abbondano le punchline, con i veterani che ci mettono mestiere ed esperienza, mentre i più giovani sgomitano, con qualche difficoltà. Non si può dire che tutto funzioni allo stesso modo, anzi, il continuo e spontaneo confronto fra gli ospiti evidenzia alcuni contributi meno brillanti (come alcuni di Paky e Tony Effe) e rende confusi alcuni brani. Dopo i primi ascolti si apprezzano meglio le produzioni, duttili ed eleganti, modellate sulle varie voci ma difficilmente sorprendenti.
Pur essendo un album che vale soprattutto nel suo complesso, come progetto ambizioso, alcuni momenti risaltano: "Così non va" ha un quid cinematografico nella sua epica e trova con la voce algida di Elisa un vertice espressivo che è da riconoscere al genio di Night Skinny, il quale ne plasma l'ugola per esasperarne l'espressività; il nuovo brano collettivo "BTX Posse", grazie a un Fabri Fibra indemoniato ma anche al contributo di nuove leve promettenti come Geolier o Mambolosco, sfigura solo se paragonata alla closer dell'album precedente.
"Mattoni" fu una sorpresa, "Botox" non lo è ma compensa con un dream team che farebbe ingolosire chiunque bazzichi l'hip-hop italiano. Questa fotografia della scena mostra qualche esercizio di stile di troppo, alla voce e ai beat, e lavora più sui dettagli e sulle punchline che sulla creatività, ma ha il pregio di riunire in un unico contenitore una moltitudine di stili e approcci differenti alla materia. Per Night Skinny è un victory lap un po' onanistico in chiusura di una trilogia più unica che rara nel nostro hip-hop.
20/09/2022