VR Sex

Se il debutto “Human Traffic Jam” (2019) assomigliava a un semplice divertissement, con questo secondo “Rough Dimension”, Andrew Clinco getta la maschera: perché VR Sex non è solo un side-project, ma è qualcosa di più. In effetti, oggi la proposta del trio (da lui capitanato) si pone in maniera definitivamente complementare alla splendida creatura madre dello stesso musicista (i Drab Majesty), ribaltando di fatto l’approccio malinconico e sognante già testato insieme al collega Alex Nicolaou.

Questo lavoro è un impetuoso flusso di marca post-punk, dove Clinco esprime sia il fascino che il disprezzo per gli angoli più squallidi e surreali di Los Angeles, una metropoli condannata dalla vanità, dalla lussuria e dalla tecnologia (curiosamente, il leader della band qui si fa chiamare Noel Skum, anagramma di Elon Musk!).
Tali concetti vengono espressi a dovere nel singolo “Walk Of Fame”, un brano in cui la decadenza e la disillusione prendono il largo tra le strade di Hollywood (“Aspiring actors, stolen souls and dying stars, you tried to make it your new home, alone on the boulevard”).

“Rough Dimension”, per nostra fortuna, ha altre buone cartucce da sparare, sia quando le chitarre distorte affondano nell’acido (“Glutton For Love” o la conclusiva “End Vision”), sia quando Clinco riporta a galla il suo animo meno irruento (tra i passaggi più riusciti, spiccano “Live In A Dream” e la cupa “Crisis Stage”).
Il risultato complessivo si rivela più che soddisfacente, seppur qualitativamente lontano dai picchi raggiunti con i Drab Majesty. In questo caso, bisogna guardare soprattutto il bicchiere mezzo pieno, quello capace di farci andare giù con discreta facilità un labirinto piuttosto arzigogolato di varie influenze (Chrome, Minimal Man, Wire, Sisters Of Mercy e un certo synth-punk di nuova generazione). La chiave per poi sprofondare nel lato più aspro di Los Angeles, nel cuore di una Babilonia digitale che non può lasciare indifferenti.

29/03/2022