Dietro il moniker Capitano Merletti si cela Alessandro Antonel, musicista italiano che ha trovato con questo nome iconico il modo migliore per omaggiare la musica che lui preferisce, esattamente il folk-pop psichedelico anni 60. Il suo secondo Lp è un doppio che contiene ben ventuno brani per un totale di sessantanove minuti di musica che ci catapultano in un batter d'occhio nel decennio dei Byrds, dei Beatles o di Simon & Garfunkel che sono probabilmente, insieme ad altri, i tre nomi tutelari del progetto, aggiornati tramite l’influenza dei Tame Impala.
La musica del Capitano Merletti è quindi leggera e fiabesca, con sfumature psichedeliche tipicamente hippie, lontana dalle accordature sbilenche di Syd Barrett, ma prossima ai brani più equilibrati dello psych-pop. Se si vuole pensare ai Pink Floyd, si dovrebbe andare lontano da Barrett verso gli album psych-folk come “More”.
La difficoltà di apparire credibili nel 2023 proponendo una musica così marcatamente anglofona e così tanto storicizzata apparirebbe un ostacolo insormontabile per quasi tutti i musicisti italiani e avrebbe fatto lasciar perdere praticamente tutti, invece il buon Capitano supera con disinvoltura l'ostacolo (la cosa non può che stupire) con una voce e con arrangiamenti sorprendentemente coerenti, risultando un epigono assolutamente credibile.
E’ stupefacente anche la facilità con cui Antonel trovi sempre nuove melodie, seppur si sappia chiaramente la loro provenienza, senza che l’album abbia momenti di stanchezza o faccia venire in mente l’idea di un allungamento artificioso della durata. Si parte con “The Summer Is Always New” e si ha l’impressione di ritornare ai fasti di “The Sound Of Silence” e anche brani come “Plastic Man” o “Little Sun” non potranno che far rivivere oggi quei momenti felici a chi ha avuto la fortuna di ascoltare all'epoca gli album psych-folk che hanno fatto la storia.
18/12/2023