Uscito sul finire del 2023, “Playground” segna il ritorno degli House Of Harm, a tre anni di distanza dal full length d’esordio; ancora una volta li pubblica la bolognese Avant! Records, ormai un vero e proprio punto di riferimento per le sonorità underground e oscure.
Anche in questo caso le influenze del gruppo partono dagli Ottanta, su tutti i Cure (in particolare quelli di “Disintegration”): una passione mai negata dai bostoniani, che però non sono affatto dei meri emuli di Robert Smith e soci. Innamorati della strumentazione analogica, ma senza essere mai troppo nostalgici o retromaniaci, gli House Of Harm donano un tiro midwest-emo alle loro composizioni (“To Last”, “Two Kinds”), in maniera non dissimile dai compagni di etichetta Korine. Nonostante la giovane età (ma i tre sono attivi da sempre in ambito musicale) il songwriting è maturo e contraddistingue un quadro completato da chitarre jangly, echi dei Killing Joke più melodici (l’opener “Before The Line”) e suggestioni new romantic (“Soaked In Pastel”, “Ignore The Taste”).
Un sophomore album che era in lavorazione già nel 2021: nei due anni successivi gli HOH sono arrivati a scrivere addirittura settantacinque nuovi brani, dieci dei quali sono appunto finiti nella tracklist.
Nel frattempo, il prolifico ensemble ha composto un'altra massiccia infornata di brani (il doppio, pare!) che, con ogni probabilità, segnerà un’ulteriore evoluzione del loro sound. Assicurano che il tutto prima o poi verrà pubblicato e, se avete apprezzato “Playground” e il precedente “Vicious Pastimes”, questa è sicuramente un’ottima notizia.
07/05/2024