Pensare di registrare una nuova versione di "The Dark Side Of The Moon", l'album-bestseller che risulta essere anche il preferito dei fan del Pink Floyd, può apparire una scelta quantomeno controversa. È possibile pensare di migliorare un disco tanto iconico? (in questo speciale abbiamo raccolto alcuni tentativi passati).
Già in tantissimi hanno detto e scritto su quanto la versione di Roger Waters sia decisamente peggiore dell'originale. Ma questa affermazione, condivisibile o meno, è una risposta a una domanda sostanzialmente sbagliata, in quanto è logico pensare che Waters non abbia mai pensato di realizzare una versione migliorativa di "The Dark Side Of The Moon". La versione Redux non nasce affatto come tentativo di migliorare un album già perfetto - momento di assoluto equilibrio tra l'anima sperimentale dei primi anni della band con quella più psicoanalitica degli anni successivi - ma nasce come tentativo di personalizzare il più possibile un lavoro che Waters sente suo in modo assoluto. Per poter cambiare e attualizzare un album così memorabile, l'artista inglese capisce che l'unica strada percorribile sia quello di sottrarre il più possibile, per una versione asciutta, ben più scarnificata di quella di "Comfortably Numb 2022" che già aveva dato un primo assaggio dei nuovi suoni cercati da Waters.
Se da una parte questa appare come una scelta naturale per un musicista di 80 anni che, come altri, riduce i suoni ai minimi termini trasformando la musica in un semplice sottofondo e facendo scomparire anche il canto, che diviene un semplice parlato appena sussurrato, non è possibile sottovalutare i motivi psicologici che lo hanno spinto a questa operazione. E di motivi legati alla psicologia di Waters se ne possono trovare almeno tre. Come per "Comfortably Numb 2022" e per "The Lockdown Sessions", l'ex-leader dei Pink Floyd decide di eliminare ogni aspetto musicale per far concentrare gli ascoltatori esclusivamente sui testi e sul messaggio che ritiene fondamentali. Sembra che Waters abbia il pensiero fisso di non essere stato capito sino in fondo - paradossalmente a causa dell'eccessivo successo della sua musica, ascoltata da milioni di persone, magari canticchiata in modo superficiale ma non compresa.
Da qui nasce il secondo aspetto da considerare, cioè l'avversione - chiaramente mostrata sin dai tempi di "The Wall" - verso una parte del proprio pubblico. È come se Waters erigesse un nuovo muro tra lui e il pubblico, provando quindi ad allontanarlo, oltraggiandolo e maltrattandolo, proprio perché lo ritiene in buona parte un'audience mainstream superficiale, che ascolta i Pink Floyd per motivi che gli appaiono sbagliati. Se a questo si aggiunge la rabbia ossessiva di Waters per non aver lasciato i Pink Floyd prima del suo periodo di maggiore creatività e di non aver realizzato a suo nome gli album da "The Dark Side Of The Moon" a "The Final Cut" - perché li ritiene fondamentalmente suoi - allora tutto diventa più chiaro.
"The Dark Side Of The Moon Redux" è quindi un lavoro antimusicale, che nasce dalla rabbia, dal malessere interiore e da una visione ancora più pessimistica della società, per certi versi un atto persino ostile ai fan, quasi un tentativo di selezionare i più fedeli rispetto alla massa indistinta di ascoltatori distratti, quasi pensato per non piacere. Fin qui tutto bene, perché un grande artista come Waters ha il diritto di trasformare il proprio disagio in arte nei modi che ritiene più opportuni. E in questo le versioni scarnificate di "Us And Them" o "The Great Gig In the Sky" riescono a mantenere parte del fascino tragico degli originali. Le versioni di "Money" e "Time" invece, vittime di una sottrazione assoluta perdono molto ma si apprezzano ugualmente se si comprendono i motivi che hanno spinto Waters a questa operazione. Il finale di "Brain Damage" e "Eclipse" chiude mantenendo la poesia di un tempo e - in fin dei conti - fa venire voglia di riprendere il cd per ritentare un nuovo ascolto.
L'aspetto negativo è forse l'insistenza di Waters nel tornare ostinatamente verso il proprio periodo di massima ispirazione senza cercare di rinnovarsi (strana anche la scelta dei testi di "Breathe", ripresi da un brano di "Obscured By Clouds"), riproponendo gli stessi testi di cinquant'anni fa. Va benissimo la riduzione, anche estrema, ma forse ci saremmo aspettati anche un pensiero più vicino all'uomo Waters ottantenne, diverso dal Waters trentenne del 1973.
07/10/2023