Con un cognome e una famiglia così nota alle spalle, non deve essere stato facile per Jasper Marsalis muoversi nello scenario avantgarde newyorkese.
Figlio di Wynton Marsalis e nipote di
Branford Marsalis, il giovane musicista americano ha mosso i primi passi con il collettivo sperimentale degli Standing On The Corner, per poi intraprendere un viaggio ai confini del jazz, del rock, del
blues, del pop, del soul, della
psichedelia e dell’
hip-hop. Disgregate le regole e la ritualità della musica contemporanea, il musicista ha dato vita a un collage surrealista che ha affidato al nuovo
moniker di Slauson Malone 1, realizzando l’interessante esordio del 2019 “A Quiet Farewell, 2016-2018”.
“Excelsior” evolve l’intelligente destrutturazione del primo album, frantumando ulteriormente qualsiasi dimensione temporale, grazie a un’arguta, utopica e straniante miscela di
lo-fi, avant-rock, hip-hop e qualsiasi altra fonte possibile, fino a resuscitare perfino
Wendy Carlos e
Frank Zappa per l’immaginario duetto di “Divider”.
Inutile attendere una qualsiasi risoluzione armonica che flirti con l’immediatezza o con la fisicità della
black music o con le suggestioni familiari: Slauson Malone 1 continua a preferire il caos alla forma ("I Hear A New World", "Fission For Drums, Piano And Voice") e anche quando sembra cedere alle frivolezza del pop-rock, diventa difficile restare dietro alla pulsante sintesi di melodie e indecisi
riff chitarristici dell’artista (“Half Life”). Bisogna attendere la geniale sintesi di elettronica, enfasi orchestrale, rap e perfino surf di “Voyager” per poter archiviare un brano melodicamente riconoscibile.
“Excelsior” è un disco da gustare nell’insieme dei suoi elementi-frammenti. Passare dal rap svogliato di “New Joy” all’inattesa intensità armonica di “Arms, Amor” può risultare frustrante, ma la struttura scheletrica e ossuta sulla quale poggiano il crescendo di
loop di “The Weather”, l’accenno cantautorale di “Decades, Castle Romeo” e l’apparente banalità di “No!(Geiger Dub)” sono un vortice di suoni e citazioni che invita alla scoperta e alla voglia di prestare un’attenzione non fugace a un disco che rinnega l’autocompiacimento tipico di certa musica avantgarde.
“Excelsior“ è un progetto in cui prevalgomo il disincanto e l’immaginazione, oltre a una profonda conoscenza di ruoli e regole di quell’arte chiamata musica che Slauson Malone 1, o se volete Jasper Marsalis, manipola e smantella con canoni decisamente atipici e innovativi, alternando audacia e inconsistenza con argomentazioni spesso irrisolte e volutamente disagevoli, disturbanti. Un disco che suona quasi come un epitaffio di tutto quello che finora abbiamo creduto fosse arte e che invece era solo un ammaliante inganno.