Unto Ashes

Orchids Grew Here

2023 (Projekt)
neofolk

Attraverso i loro primi lavori, gli Unto Ashes si sono affermati come una delle migliori realtà gothic di inizio secolo, non solo in terra americana: il loro stile, spesso in bilico tra un funereo neofolk, affondi darkwave e una devozione mai troppo velata per i Dead Can Dance, si è sempre distinto per una sobria eleganza e per un substrato intellettuale ricco di colte citazioni. Adesso, quattro anni dopo il modesto “Pretty Haunted Things” (2019), la creatura del polistrumentista Michael Laird tenta di rimettersi in gioco, sempre con il supporto della Projekt di Sam Rosenthal.

“Orchids Grew Here” rappresenta una sorta di ermetica esplorazione del terrore esistenziale: beatitudine, tragedia, amore, bellezza ma anche speranza, davanti al grande vuoto universale che ci soffoca quotidianamente.
Con le note acustiche di “Even In Our Sleep”, le parole del drammaturgo Eschilo ci inoltrano in questa awful grace of God, per un cammino misterioso nonché enigmatico in un giardino dove le orchidee sono ormai appassite. La successiva “Calendar Leaves” ribadisce la forte componente dark-folk dell’album, un lavoro più essenziale e meno stratificato rispetto alle esaltanti esperienze degli esordi, quando la proposta degli Unto Ashes era fortemente imbevuta di poetica rinascimentale e di afflati neoclassici. Michael Laird, tuttavia, già dalla scheletrica essenza di “The Blood Of My Lady” (2009), aveva cominciato a ragionare per sottrazione, anche per cause di forza maggiore (la defezione di Natalie Lincoln). Il nuovo disco può dunque attirare chi ha apprezzato la svolta più intima del musicista statunitense, al di là di alcune buone composizioni che oggettivamente fanno davvero la differenza (“Let My Heart Remain Cold” è un connubio di trionfo e malinconia, sulla scia dei migliori Death In June).

Anche questa volta, non poteva mancare la rivisitazione di un classico: la scelta è ricaduta su “Frozen” di Madonna, una cover purtroppo infelice e ben lontana dai brillanti risultati a cui eravamo abituati in passato (pensiamo soltanto alla magnifica versione di “The Drowning Man” dei Cure). Nonostante una seconda parte meno ispirata, “Orchids Grew Here” riesce comunque a risollevarsi con le ultime due composizioni in scaletta, “Starfish” (illuminata dalla soave voce di Ericah Hagle) e “Last Toast”, un pezzo dal sapore bucolico che sembra voler pescare dal repertorio dei Sol Invictus.
La musica di Michael Laird non ha più il peso specifico di quindici-venti anni fa, ma si fa ancora rispettare.

07/11/2023

Tracklist

  1. Even In Our Sleep
  2. Calendar Leaves
  3. A Song Of Rain
  4. I Will Never Die
  5. Let My Heart Remain Cold
  6. I Became A Ghost Today
  7. Orchids Fade
  8. Light Of Asia (Book VIII)
  9. Frozen
  10. Passing
  11. Starfish
  12. Last Toast

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