È un artista in continua evoluzione, Andrea Venerus, che non intende presentarsi al proprio pubblico interpretando sempre il medesimo canovaccio. Lo percepiamo in maniera evidente assistendo alla prima data impegnativa del tour a supporto del suo secondo album, "Il Segreto", nell'emozionante cornice della Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, durante una calda serata di fine giugno. A differenza dei set presentati sia prima che successivamente alla pubblicazione dell'esordio "Magica Musica", Venerus entra in scena nelle vesti di leader di una rock band dalla line-up essenziale, rinunciando a fiati e cori, ricercando una sorta di efficace semplicità. Le sue canzoni, che fino a pochi mesi fa nella trasposizione live assumevano il formato di lunghe jam, diluite fra gli otto e gli undici minuti di durata (ciò che potete ascoltare nell'album dal vivo "Magica Musica Tour 2021"), ora rispecchiano il più compatto minutaggio delle versioni in studio. Stop alle digressioni che slanciavano molti pezzi verso scenari psych-glam, viene però preservato quel fil rouge di riferimenti che partendo da giganti del calibro di Prince e Lenny Kravitz conduce fino al contemporaneo Yves Tumor. C'è un sentore di "normalizzazione" nell'aria, che si nota anche attraverso l'osservazione dell'abbigliamento scelto dalla band, ma in realtà si tratta di un'inedita rifrazione proveniente dallo stesso prisma.
Di sicuro Venerus in questa fase sta "asciugando" la propria musica. Lo si deduce anche ascoltando "Il Segreto": dove "Magica Musica" appariva un tantino prolisso, nonostante l'indiscutibile qualità complessiva, questa volta il cantautore milanese ha optato per la sintesi: dieci tracce per poco più di mezz'ora complessiva, senza neppure una nota superflua. Canzoni che fanno ballare e piangere, divertire e commuovere, che si lasciano attraversare dalla poetica di un cantautore tra i più sensibili e ispirati della propria generazione, quella degli odierni trentenni che hanno scelto di non accontentarsi delle facili sirene dell'it-pop per provare a imporsi come voci fuori dal coro, dedicandosi all'esplorazione, alla sperimentazione, appoggiandosi a collaboratori visionari (leggi MACE) per ideare un suono personale.
E questa volta Venerus mette sé stesso al centro della trattazione, evitando di ricorrere a qualsiasi featuring: soltanto lui, le sue storie e la sua band. E la scelta risulta azzeccatissima, per un progetto all'interno del quale le certezze si sostituiscono con forza sempre maggiore all'effetto sorpresa.
Il brano centrale de "Il Segreto" si intitola "Il tuo cane", l'elogio alla più tenera delle sottomissioni: è la traccia numero 5 e mostra un gran lavoro svolto sui suoni (e sulle chitarre, quasi shoegaze), suoni che si trasformano lungo lo svolgimento da sintetici in elettro-acustici. Del resto, tutto l'album è stato suonato dal vivo e registrato in presa diretta, rinunciando al pesante lavoro di post-produzione che aveva caratterizzato "Magica Musica". Venerus si dimostra un'eccellenza quando punta tutto sull'intensità, architettando strofe cerebrali seguite da ritornelli killer dal gusto retrò, e in questo caso il colpo da maestro lo mette a segno con "Binari", resoconto di una separazione fra due persone che probabilmente non si incroceranno mai più.
La sua ecletticità lo porta a eccellere sia quando opta per le atmosfere minimali (i due brani posti alle estremità del disco, "Istruzioni" e "Fantasia", più il breve, toccante frammento "Pensieri in musica", storia di un percorso di transizione dal drammatico finale), sia quando concepisce brani frizzanti, percepibili come potenziali tormentoni estivi. È il caso di "Sola", istantanea su una ragazza incrociata in una pista da ballo che esprime col solo movimento del corpo le proprie scelte di libertà e indipendenza, "Non imparo mai" e "Resta qui".
Ci sono le ballad, c'è la disco music, ci sono accenti rock e incursioni jazzy, folle psichedelia ed elegantissimo soul, persino schegge di Battisti, percepibili in "Faresti lo stesso", e aromi in levare, trasfusi fra le pieghe di "Sai che c'è?".
"Il Segreto" è un disco che - ne siamo certi - resterà centrale sia nella discografia di Venerus, sia nel delineare i suoni del circuito indipendente italiano dei prossimi mesi. E anche il concerto poi è stato molto bello. Iniziato con Andrea che al buio finge di essere un tecnico di palco e a sorpresa si impossessa del microfono per intonare "Istruzioni", per soli voce e tastiera. Nel corso dello show Venerus esprime tutte le sue sfaccettature artistiche, tutte efficaci e credibili, sia nei momenti riflessivi (il ricordo e la dedica riservata a Claudio Coccoluto), sia in quelli più giocosi, come quando fa salire sul palco un fan chiedendogli di suonare un pezzo con lui. Lorenzo, questo il nome del fortunato, senza farselo ripetere due volte si accomoda dietro la batteria per "Fuori, fuori, fuori...", con tanto di pubblico che lo acclama.
Non fidatevi di Venerus, con lui le sorprese sono sempre dietro l'angolo, motivo che lo qualifica ancor più fra gli autori italiani più vulcanici e interessanti di questi anni Venti. E siamo ancora soltanto all'inizio...
28/06/2023