Ziferblat

Peretvorennya

2023 (Geisha Ninja Samurai)
progressive pop, art pop

Gli Ziferblat (in cirillico Циферблат, ossia "quadrante") sono un trio originario di Kiev, composto dai fratelli Daniil e Valentyn Leschynskyi – il primo a voce e tastiere, il secondo a chitarre e basso – insieme al batterista Fedya Khodakov. 
Questa è per certo la loro formazione a partire dal 2019, mentre è meno chiaro chi facesse parte della band precedentemente, non esistendo una biografia ufficiale e avendo i tre eliminato per quanto possibile le tracce della loro prima incarnazione. Anche il loro Ep di debutto, "Kinoseans" ("Кіносеанс"), è stato rimosso dai servizi di streaming e ne rimane disponibile esclusivamente tramite un vecchio account su Soundcloud.
La svolta del 2019 è legata, più che a una fallimentare partecipazione all'edizione locale di X Factor, all'incontro con il produttore Sergii Lubinsky, uno dei più importanti della scena alternativa ucraina, già regista per band quali Vivienne Mort, Hardkiss, Cloudless e Cape Cod. Il primo frutto della collaborazione è stato il singolo "Vnochi" ("Вночі"), che mescolava complessità strutturali degne del rock progressivo, tastiere electropop d'atmosfera e parentesi funk, con tanto di basso sincopato e assolo di sax.
Poco dopo la band ha iniziato a registrare il suo primo album. Le sessioni sono state molto lente e si sono protratte fino al 2021, forse anche a causa della pandemia, dopodiché lo scoppio della guerra ha ulteriormente ritardato la pubblicazione, arrivata nell'aprile del 2023.
Il disco si intitola "Peretvorennya" ("Перетворення", "Trasformazione") ed è composto da tredici tracce (dodici canzoni e un interludio strumentale) che raccontano il passaggio dall'adolescenza all'età adulta secondo Daniil. Questo concept-album di formazione è stato registrato al Revet Sound di Kiev, studio di grande prestigio. In cabina di regia di nuovo Lubinsky, questa volta affiancato dall'arrangiatore Glib Protsiv, anch'egli già al lavoro per i Vivienne Mort.

"Disco-fanko terapiya", posta in apertura, è quasi fuorviante, con la sua atmosfera nostalgica vicina alla musica post-disco dei primi anni Ottanta. Un contenuto che è comunque giustificato dal testo, sulla necessità di scaricare la routine lavorativa andando a ballare. Una cassa sincopata, con influenze disco-funk, è rintracciabile anche in "Strakh", che però si distacca da tutto il resto, inoltrandosi in un pop progressivo dall'atmosfera drammatica, una sorta di ballata per sintetizzatori vorticosi e sottili dissonanze di pianoforte. Emerge qui lo stile vocale di Daniil, dal timbro cristallino e capace di notevole potenza di emissione anche su note particolarmente acute per un registro maschile. Il testo è un gioco di associazioni, un flusso che tratta della difficoltà per i giovani ucraini di conciliare la propria vita sessuale con l'aspetto religioso e fortemente conservatore di quella regione dell'Europa:
Espii i tuoi peccati,
valuti i pro e i contro,
lasciati andare al divertimento, un collo senza testa,
questo è un romanzo poliziesco, un viale di intrighi.
E tu confessi, nascondi, ti penti, piangi.
Sono nei tuoi occhi 
perché [sei] nei miei pensieri.
Hai sciolto le estremità
e le hai legate più strette,
il poliamore ha frantumato i cliché.
Non dico una parola
E tu confessi, nascondi, ti penti, piangi.
In "Demoni" le armonie vocali rimandano ai Mew, mentre la base strumentale ibrida nuovamente prog e funk, con basso e batteria sincopati, ma anche ricami di pianoforte, organo elettrico e sintetizzatori settati in timbri ora limpidi, ora saturi. Il giro di accordi della strofa procede su una scansione in tre battute, anziché nelle canoniche quattro.
"Dura" ricorre a diverse trovate inusuali: l'unisono fra una chitarra in palm muting e quella che sembra una marimba, una batteria con i colpi di rullante dati in levare o sul terzo battito anziché sul secondo, stacchi strumentali con ritmi samba e assoli di sintetizzatore in odor di Rick Wakeman. Le percussioni sono suonate da Evgeny Kostits, richiesto turnista che ha lavorato per importanti nomi del pop ucraino quali Jamala e i Kazka.
Se "Duren'" è un'ariosa cavalcata pop che ricorda i Rush degli anni Ottanta, con i loro sintetizzatori coprenti, "Tvoye im'ya" mira su tonalità più oscure, con tastiere che ricordano i corrieri cosmici tedeschi, una batteria dal piglio shuffle e una strofa che evoca l'utilizzo di una scala frigia in Si bemolle minore. 
La ballata "Dlya choh ty pryyshla?", corale e barocca, fa abbondante uso di major 7, accordi minori di settima o tensioni di nona, alla maniera di un certo pop progressivo degli anni Settanta (si pensi ai 10cc).

"Zemlya", scelta come uno dei singoli, è un altro brano fuorviante, al punto da diventare oggetto di battute da parte dei membri della band: pare che molte persone, ascoltandola, abbiano creduto che gli Ziferblat fossero una band folk. È un pezzo che in effetti pesca apertamente dalla musica tradizionale ucraina, soprattutto per il coro femminile, composto da Yaryna Sizyk, Daryna Saliy e Vasylyna Tkachuk. In realtà, si tratta anche del momento più progressivo del lotto, grazie alle complesse armonie vocali, ai passaggi jazzati – evidenti nel pianoforte così come nell'assolo di sax (lo suona Andrii Barmalii, abituale collaboratore del trio) – e alle trovate ritmiche creative, come la batteria che usa il rullante sul levare e l'intermezzo dominato dal basso distorto e mixato in primo piano, alla Chris Squire.
Il testo, anche questo collage di suggestioni più che trama ben definita, è un misto fra canzone d'amore, favola e suggestioni folcloristiche, vagamente patriottiche:
Ogni giorno corro verso la salvezza, la gente.
Conosco il silenzio, lo so, sto vagando per i campi.
Raccontami una storia,
metti da parte le bugie per un momento,
non ti lascerò, non ti lascerò andare,
troverò delle catene per te.
[…] Resta, non te ne andare,
non [andare a] dormire nel profondo della foresta.
E cosa avrà l'ape che ci ha portato il miele?
E cosa avranno i genitori che ci hanno lasciato la terra?
Il disco si chiude con "Do pobachennya, miy Yar" ("Addio, mio baratro"), il momento del distacco, in cui la trasformazione si chiude e il ragazzo diventa adulto. Il passaggio è raccontato con delicatezza, fra arpeggi di chitarra acustica, un tappeto d'archi (arrangiati dal pianista classico Roman Repka) e un finale con assolo di sintetizzatore, somigliante alla coda di "Entangled" dei Genesis.
Addio, mio baratro,
dipingimi come un artista su un vecchio cavalletto.
Sono rimasto bloccato qui per sempre, la mia anima è stata uccisa qui,
anche se ricordo le nostre lacrime, non so come dimenticare.
Mi hanno insegnato che fa sempre male,
mi hanno insegnato a vivere senza la verità,
anche se a volte di notte penso a voi.
Dove siete adesso, miei dolci amici?
L'album è stato presentato dal vivo il 22 aprile 2023, a due settimane dalla pubblicazione, al Bel Etage di Kiev, il più importante locale per concerti della città, nonché centro nevralgico per la scena alternativa ucraina, di cui si spera gli Ziferblat possano diventare nome di punta.

30/09/2023

Tracklist

  1. Диско-фанко терапія / Disco-fanko terapiya
  2. Страх / Strakh
  3. Королівство / Korilivstvo
  4. Демони / Demoni
  5. Дура / Dura
  6. Дурень / Duren'
  7. Дерева / Dureva
  8. Твоє Ім'я / Tvoye im'ya
  9. Для чого ти прийшла? / Dlya choh ty pryyshla?
  10. Перетворення (Прелюдія) / Peretvorennya (Prelyudiya)
  11. Перетворення / Peretvorennya
  12. Земля / Zemlya
  13. До побачення, мій яр / Do pobachennya, miy yar






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