Abstraktor - Mat

2024 (Peter Explorer)
progressive pop

Quattro musicisti di Voronež mettono da parte la chitarra per esplorare nuove traiettorie del progressive pop. È infatti il pianoforte di Yaroslav Borisov il protagonista sia ritmico che melodico del suono dell'ensemble, che risente della provenienza geografica: la città natale dei musicisti, situata nei pressi del Don a 500 km a Sud di Mosca, è particolarmente vicina al fronte ucraino. La musica della band è innanzitutto un modo per guardare oltre al clima soffocante della propria società, ma non rinuncia a una critica, sottile e obliqua, del clima politico e culturale che la circonda.

"Mat", secondo album del quartetto, fonde jazz-fusion, classica contemporanea e tradizioni slave in una sintesi tanto audace quanto accessibile. Già dal titolo, che significa "madre" in russo, il disco suggerisce un legame profondo con le radici e un senso di introspezione universale. Le influenze sono molteplici, con strutture ritmiche frammentate di “Burja” che ricordano le architetture alt-prog dei Mew e una melodiosa grandeur che ha qualcosa del post-britpop di formazioni come Keane e Puressence.
All'interno di questa cornice, la varietà è grande. Un brano come “Ne šum, ne šum” (“Nessun rumore, nessun rumore”) fa proprie le armonie del folk est-europeo e arricchisce la trama sonora mettendo il flauto in primo piano. In “Vidit Bog” (“Dio lo vede”), l'ostinato percussivo e minimale di Borisov proietta le atmosfere nell'area prediletta da Wim Mertens, ma si intreccia in modo imprevedibile con dissonanze avanguardistiche e cambi di intensità ritmica, supportati dal batterista Alexander Bityutskikh e dal bassista Oleg Salkov.
“Burja”, la traccia più camaleontica, cavalca temi contrastanti in un flusso cangiante che cita il sinistro ostinato di Hans Zimmer in “No Time For Caution” (su “Interstellar”), mentre voce e parole di Ivan Sukharev aggiungono una componente narrativa visionaria e a tratti ipnotica.

I testi di Sukharev, enigmatici e simbolici, si muovono tra immagini poetiche e riflessioni implicite sulla situazione russa contemporanea. In “Čto-nibud'” (“Qualunque cosa”), versi come “Una lacrima trema, una capra soffia fumo, e il fumo si diffonde senza distinguere chi ha ragione, chi ha torto” evocano un senso di spaesamento, mentre brani come “Egorina Gora” (“Montagna di Egorina”) celano dietro ai testi criptici un'espressione di disagio verso la condizione della politica e della società del paese: “Una curva lunga conduce alla casa del governo. Lì, dietro le porte, attende un muro freddo”. Ermetismo e critica sferzante si combinano ulteriormente in Možno poznat'” (Si può capire), che fornisce forse un contesto al titolo del disco:

Si può capire, dal modo di divertirsi,
che non è una madre vera.
La birra non è inebriante, il miele non è dolce,
e la vodka non è amara.
La vodka non è amara, il violino non è squillante,
e la gioia non porta gioia.
Vorrei alzarmi e andare dal mio bambino
e dargli ordine.
Ma le assi della bara hanno stretto le gambe,
non posso allungarmi.
La sabbia gialla scivola negli occhi,
non posso guardare.
La madre terra umida mi ha stretto al petto,
non posso respirare.

Con "Mat", gli Abstraktor danno prova del loro talento poliedrico. Tra slanci melodici, arrangiamenti avventurosi e testi stratificati, emerge un'opera che conquista dal primo ascolto non svela subito tutto. Un gioco di ombre e luci che a ogni nuovo sguardo scopre nuovi dettagli.

(La traduzione dal russo dei passaggi riportati nella recensione è stata supportata dall'intelligenza artificiale)

30/12/2024

Tracklist

  1. Aist
  2. Čto-nibud'
  3. Ne šum, ne šum
  4. Egorina gora
  5. Vidit Bog
  6. Možno poznat'
  7. Burja

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