È brevissimo e fulminante il debutto solistico della ventiseienne romana Costanza Puma, in arte Coca Puma. Venti minuti e poco di nu-soul elettronico e jazzato, costruito su basi impeccabili e avventurose che paiono un miracolo per una produzione pop italiana.
L'anima anfibia del disco emerge fin dall'iniziale "Tardi", un ponte tra nu jazz hip-hoppeggiante e movenze radioheadiane stile "Morning Bell", e si conferma nel singolo "Porta Pia", che galleggia fra broken beat e ritmi wonky claudicanti. I pezzi successivi non cessano di sorprendere, esplorando nuovi territori e mantenendo la policroma personalità dei beat: "Non ci penso" scopre una vena drum’n’bass, e la strumentale "Tappeto" si lancia su un electropop colorato ed elettrizzante che richiama il brillante lavoro di Stylophonic per "Psychodelice" di Meg (una vibrazione che si ritrova anche nella conclusiva "Come vuoi").
La voce di Coca Puma, pur richiamando a tratti l'indolenza disinvolta di Frah Quintale o i sussurri di Martina Topley-Bird, mantiene una propria identità ben definita, che molti ascoltatori troveranno uno dei punti di forza del disco. In più di un passaggio, tuttavia, proprio nella vocalità emerge una compostezza che imprigiona le sfumature emotive che il disco potrebbe evocare: poco male, se come auspicabile questo esordio è solo un assaggio delle prossime evoluzioni dell'artista.
Chi, comprensibilmente, non riuscisse ad attendere potrà avere un'ulteriore conferma del talento di Puma nella colonna sonora di "Quasi a casa", film del 2024 di Carolina Pavone, che mette a frutto la sua formazione conservatoriale nonché la sua recente passione per la library music italiana degli anni Sessanta e Settanta. Per gli altri, può bastare forse lasciare in loop per un po' questo Lp tanto stringato quanto promettente e suggestivo.
Pronto, amore? Scusa
Sarà la meteoropatia
Hai voglia di un ghiacciolo?
Due passi a Porta Pia
07/01/2025