Dawn Richard, Spencer Zahn

Quiet In A World Full Of Noise

2024 (Merge)
third stream

Un titolo certo suggestivo, se non direttamente funzionale: quante volte, in vita vostra, avete avvertito il bisogno di raggiungere quello stato di quiete in un mondo pieno di rumore? Dawn Richard e Spencer Zahn ci offrono una scappatoia, tramite un secondo capitolo che non era forse troppo atteso, ma che invece si attesta come l’offerta più profonda sin’ora partorita. Tanto il precedente “Pigments” era carico d’orchestra e ondivaghi strali elettronici, quanto adesso “Quiet In A World Full Of Noise” mostra rintocchi classici e granulose mutazioni ambient-jazz, per una personale ma suggestiva idea di third stream.
La mano di Zahn è più controllata che mai mentre dirige tastiere, piano e archi attraverso il riverbero di un’austera sala da concerto in cemento armato e l’effetto è tanto rigoroso quanto toccante, proprio come la foto in copertina. Ma è Dawn il disarmante fulcro emotivo del lavoro, tramite schietti incisi vocali lasciati al naturale senza filtri né cori.
Mondi opposti in rotta di collisione, dunque, che pure trovano una comunione d’intenti a tratti sacra, come nello splendido ritratto famigliare “Traditions”, sul quale il tono fieramente southern della cantante creola viene avvolto da un’inedita eleganza Ecm. Raramente s’incontrano album capaci di mergere con tal cuore i confini tra tradizione afroamericana e minimalismo europeo.

Certo, il lavoro si presenta con un andamento lento e pastorale in scia di ambient e jazz spirituale, soprattutto su momenti interlocutori come “Stay” e “To Remove”. Ma già con “Moments Of Stillness”, Zahn monta un crescendo strumentale che ha del drammatico, tradendo un senso del dolore al quale Dawn si riallaccia per intonare le amare liriche di “Stains” e soprattutto “Life In Numbers”.
L’espansiva title track è certo significativa del lavoro perché lascia galleggiare gli intenti degli autori in un bagno appena accennato, ma si odono anche striature di ottoni noir su “Ocean Past”, mentre l’aurora boreale del gran finale “Try” è come un emolliente drone che si dissolve verso l’orizzonte.

Impossibile tuttavia ignorare il proverbiale elefante nella stanza: tra le oltre cento denunce recentemente sporte verso Puff Daddy, infatti, c’è anche quella di Dawn, che è stata sua impiegata per anni ed evidentemente ne ha subìto tutte le consequenze. Pur senza scadere in facile retorica né offrire dettagli inutilmente scabrosi, questa ex-popstar, oggi rinata artista indipendente proprio per sfuggire al macchinario discografico, rivisita a più riprese alcuni pensieri molto pesanti: l’autobiografica “The Dancer” è dura da mandar giù con quel tappeto d’archi che si gonfia nello stomaco, ancor più intensa “Breathe Out”, giocata attorno a poche gocce di piano. La catarsi arriva a sorpresa con “Diets”, una spiazzante metafora impiegata per ripulirsi, perdonarsi e infine lenire ogni duro passato.

Probabile che i puristi si mettano le mani nei capelli di fronte a tal miscuglio di storie popolari della Louisiana, drammi dal mondo dell’hip-hop e minimalismo di metà Novecento. Eppure, è anche da questi presupposti che “Quiet In A World Full Of Noise” staglia un profilo così personale, un ascolto molto triste e rigoroso, colloquiale ma mai eccessivamente melodrammatico. Dawn e le sue dolenti torch song, Zahn coi propri strumenti, assieme per un nuovo viaggio che parte dall’intimità più acuta per aprirsi verso il resto dell’umanità con un caloroso abbraccio. Perché ambient, jazz e classica possono percorrere anche sentieri alternativi come questo.

14/11/2024

Tracklist

  1. Stains
  2. Quiet In A World Full Of Noise
  3. Traditions
  4. Diets
  5. Stay
  6. Life In Numbers
  7. Moments Of Stillness
  8. The Dancer
  9. Breathe Out
  10. To Remove
  11. Ocean Past
  12. Try