Il progetto multidisciplinare KVB, fondato nel 2010 e tuttora guidato dai britannici Nicholas Wood e Kat Day, è sempre stato in grado di fondere con accurata precisione l’ambito prettamente musicale con quello, per così dire, visuale. Un compito non semplice, se programmato preventivamente con questa particolare finalità, che coinvolge aspetti cinematografici strettamente connessi ai contenuti e alle sonorità espresse nei dischi.
“Tremors” è il nuovo album del duo londinese (l’ottavo in studio), che giunge a tre anni di distanza dal precedente “Unity”. Lo stile dei KVB resta sempre ancorato al post-punk di chiara estrazione new wave, con marcate svisate dark, industrial e shoegaze che sublimano le tematiche apocalittiche, pessimistiche e distopiche condivise nei brani.
Rispetto all’ottimo disco che lo ha anticipato, “Tremors” fa rivivere maggiormente le abrasive e oscure sonorità del loro inizio di carriera, laddove le vibrazioni chitarristiche avevano il sopravvento rispetto alle comunque onnipresenti ed essenziali trame di stampo synth-elettronico.
I richiami alla corrente architettonica del brutalismo restano un ancoraggio scenografico che permette una rappresentazione perfetta del proscenio musicale, fin dall’immagine utilizzata per la copertina e ancor di più nei tre videoclip d’accompagnamento ai singoli apripista estratti dal novero.
Le linee di basso che strizzano l’occhio ai Cure, i sintetizzatori, le misture vocali di New Order e Joy Division e lo stile (non l’esplosività) dei Sisters Of Mercy sono evidenti, ma il lavoro compiuto dai KVB va oltre questi confronti.
La ricetta seguita da Nicholas e Kat si estende tra le introspettive sequenze coldwave e shoegaze di “Negative Drive” e le visioni dream-pop piuttosto attuali (“Words”). Gli eccellenti slanci darkwave à-la Clan Of Xymox di “Labyrinths” e le intriganti previsioni dark-dancefloor di “A Thirst” si aggiungono alla trascinante title track, tutti episodi validi a mostrare come la formazione britannica abbia assimilato le migliori dottrine esposte nel pregiato sussidiario della musica new wave.
Il pop widescreen depechemodiano di “Dead Of Night” e “In The Silence”, la pulsante atmosfera sexy-noir di “Overload” si ritagliano una posizione di rilievo tra i momenti top del disco e forse della loro intera produzione.
Sono molti gli artisti che oggigiorno bazzicano questi derivativi territori stilistici, ma sono davvero pochi quelli che lo fanno con la qualità che i KVB continuano implacabili a mostrare, disco dopo disco.
11/04/2024