“Polar Code” è un doppio esordio, debutto sonoro per l’artista multidisciplinare Lia Bosch e in venti anni di attività la prima uscita al femminile per la Glacial Movements di Alessandro Tedeschi. A definirlo ulteriormente un lavoro interessante nelle premesse, la scelta dell’autrice di plasmare una narrazione di ambientazione artica – come di consueto per le pubblicazioni dell’etichetta - combinando suono, parole e immagini interamente da lei ideate e prodotte.
Tutto si muove all’unisono, dunque, per creare una sequenza cinematografica i cui connotati futuribili nutriti da misteri filosofici e presenze/assenze aliene sono riscontrabili fin dall’artwork di copertina. Nella sua sostanza aurale, l’itinerario si compone di dilatati piano sequenza a base di bordoni tendenzialmente algidi, interpolati a luminescenze elettroniche e grana acustica di consistenza tattile. Tensione latente e un senso di indissolubile mistero accompagnano costantemente lo sviluppo della trama, strutturando un percorso sensoriale immersivo all’interno del quale ci si muove con massima circospezione.
Ascolto profondo e coinvolgimento spingono a concentrarsi su ogni frangente di un tessuto minutamente dettagliato, diretto con mano sapiente dalla Bosch per confezionare un tracciato meno incline all’isolazionismo contemplativo memore delle lezioni di Köner e Biosphere, a favore di un portato narrativo più avvincente, accostabile alla proposta di Massimo Pupillo per la stessa etichetta risalente all’anno precedente. Un inizio promettente.
11/02/2025