Dopo quello dei Kiasmos della coppia Arnalds/Rasmussen, il 2024 ci regala il ritorno – sempre dopo un intero decennio - di un altro duo d’eccezione, quello degli Orcas di Thomas Meluch/Benoît Pioulard e Rafael Anton Irisarri. Anche in questo caso si tratta di uno iato inaspettato, visti i riscontri positivi ottenuti con i primi due lavori prodotti nell’arco di un biennio - in particolar modo, quel gioiello che fu “Yearling” - ma una lunga serie di avversità e difficoltà private ha tenuto distanti i due dalla scrittura a quattro mani. Ritrovato il necessario equilibrio, il progetto torna attivo, ripartendo da quanto fin qui realizzato per proporne una formula ampliata, sempre più cantautorale e meno atmosferica.
Il territorio in cui si muove e si sviluppa “How To Color A Thousand Mistakes” rimane quello di un pop ibridato dall’elettronica e declinato in chiave dream, virato come non mai verso orizzonti shoegaze e alimentato dalla presenza di un nutrito numero di collaboratori. Le chitarre di Irisarri, affiancate da quelle di Orlando Méndez in quattro delle dieci tracce, si fanno protagoniste assolute nell’accompagnare la voce felicemente incisiva di Pioulard, impegnata a raccontare i momenti difficili vissuti, sia sotto forma di fraseggi taglienti (“Wrong Way To Fall”) che di modulazioni morbide quale palesato omaggio ai Durutti Column (“Fare”). Ad esse si affiancano e a volte sostituiscono linee armoniche luminescenti di synth e tastiere (“Riptide”, “Swells”) ad aggiungere soluzioni e sfumature a un lavoro eterogeneo, sempre capace di intersecare istanze differenti relegando la vena ambient degli esordi a brevi intermezzi (“Sidereal”, “Without Learning”).
A sostenere magnificamente il tutto contribuisce in modo fondamentale la batteria di Simon Scott degli Slowdive, presenza fissa capace di dare un’impronta netta e autore del nucleo primigenio della malinconia onirica di “Next Life”, a cui in “Bruise” – la traccia più corale dell’album - si aggiungono Dahm Majuri Cipolla dei Mono e Andrew Tasselmyer degli Hotel Neon al basso. Il risultato di tale processo collaborativo è un nuovo itinerario all’insegna di un romanticismo pop magistralmente cesellato, tassello che ripaga da una lunga assenza finalmente colmata.
14/08/2024