Dopo il poco centrato, se non pasticciato, "Chaosmosis" del 2016, le speranze che Bobby e i suoi manigoldi potessero raddrizzare, rivitalizzare in maniera decisa una carriera che almeno da tre lustri funziona solo a fasi alterne erano poche. Come tutti gli scozzesi che si rispettino però, i Primal Scream hanno la pellaccia e la testa dura e con loro un colpo di reni vigoroso, di quelli che cambiano le sorti dell'incontro, è sempre dietro l'angolo. Anche quando potrebbe sembrare troppo tardi.
Che qualcosa di ottimo stesse bollendo in pentola era chiaro sin dal lancio del singolone "Love Insurrection", probabilmente la cosa migliore mai registrata dalla band dai tempi del bruciante "XTRMNTR". Andamento sincopato della chitarra, basso che trasuda groove, screzi acidi qua e là, un ritornello uncinante e sensuale, fiati a movimentare il tutto e la festa è servita. Ma non è finita qui, sul finale la nostra Anna Caragnano è chiamata a un toccante monologo politico che termina con un sonoro "viva l'amore, no pasaran".
Questa chiosa fulminante, insieme alla partenza gospel della traccia d'apertura "Ready To Go Home", annuncia che "Come Ahead" è un disco che nasce sul solco della dance acida e politica di "Screamadelica". Un mondo afflitto da populismo, carenza di lettura e capitalismo traviante è lo scenario dove fioriscono protest song dure ma pregne di speranza come "Heal Yourself", "False Flags" con le sue chitarre morbidissime e la meravigliosa "Deep Dark Waters" - altro ritornello memorabile cantato da un Gillespie in gran spolvero e un arrangiamento teso dominato da un arpeggio acustico che scava nell'anima.
Archi disco music, fiati festosi e ritmi funk pronti a impossessarsi anche delle anche più restie, nutrono una baldanzosa "Innocent Money" pronta a fare sfracelli live. Mentre "Melancholy Man" e "Settlers Blues", che chiude il disco con un tappeto d'archi e chitarre che riverberano come cerchi d'acqua in un acquitrino, completano invece il parco ballate.
Il dodicesimo Primal Scream non ha la solidità dei capolavori citati nel corso di questo scritto, né la visione di un classico come "Vanishing Point". È però, finalmente, proprio il disco che ci si aspetta da una band canonizzata e nel pieno della propria maturità come i Primal Scream: forte, impegnato, fresco, sovente incredibile.
11/11/2024