Royel Otis

Pratts & Pain

2024 (Ourness Pty)
indie-rock, alt-pop, wave

Uno dei maggiori hype degli ultimi mesi nel circuito indipendente vede protagonisti due ragazzi australiani, Royel Maddell e Otis Pavlovic: prendendo spunto dai rispettivi nomi di battesimo hanno composto una riconoscibile ragione sociale da utilizzare come elemento distintivo. Nell'arco di tre anni hanno pubblicato una corposa sequenza di singoli, traino per tre Ep diffusi con rigorosa cadenza annuale: "Campus" (2021), "Bar & Grill" (2022) e "Sofa Kings" (2023). "Oysters In My Pocket", contenuto nel secondo di questi, è diventato rapidamente il loro manifesto, così come l'apprezzata recente cover di "Murder On The Dancefloor". Ulteriori quattro inediti, centellinati nelle ultime settimane, hanno fatto crescere ancor più l'attesa per il primo vero e proprio album del gruppo.

"Pratts & Pain", dal nome di un pub londinese che erano soliti frequentare, dove non di rado buttavano giù qualche verso da inserire nelle loro canzoni, conferma tutti i riferimenti stilistici sparpagliati nei lavori precedenti. Non sarà troppo complicato distinguere la loro riverenza nei confronti dei Cure (sin dall'iniziale "Adored"), degli intrecci chitarristici tipici degli Strokes (occhio a "Fried Rice") e di alcuni elementi che contraddistinsero il suono dei Velvet Underground, omaggiati a dovere in (ma guarda un po'...) "Velvet", due minuti che riprendono il tema di "Waiting For The Man", e nelle avvolgenti spirali di "Molly", che sul finale ricorda molto da vicino "Venus In Furs".

Ma nelle quindici tracce di "Pratts & Pain" si incrocia anche la morbida eleganza yacht-rock di "Foam" (molto vicina ai Phoenix) e "Sofa King" (già edita nell'Ep dello scorso anno), evidenti nostalgie per le trame dei Sonic Youth ("Daisy Chain"), peraltro già ampiamente palesate attraverso una t-shirt di "Dirty" indossata in occasione di una foto promozionale, evidenti influenze dei Clash (o dei Libertines, fate voi) espresse in "Big Ciggie", l'inconsapevole (?) prossimità con gli Okkervil River meno umbratili ("Merry Mary Marry Me"), più certe chitarre jangle molto Smiths che spuntano fuori un po' ovunque.
Riarrangiando tutti questi moduli del passato, i due elaborano una personale sintesi di indie-rock fortemente chitarristico, benedetti dalla mano produttiva di Dan Carey, intercettato dopo essersi trasferiti da Sydney a South London.

Appena terminato un tour in Australia andato completamente sold-out, da qui a fine anno l'agenda è serratissima: oltre a girare in lungo e in largo per Stati Uniti e Canada, i Royel Otis affronteranno ben due estese leg europee, una estiva, la seconda già programmata per il prossimo autunno, durante le quali sono previste tre tappe in territorio italiano: a Genova in luglio (Mojotic Festival), a Castelbuono in agosto (Ypsigrock) e a Milano (al Santeria) in novembre. Nel mezzo ci saranno importanti incursioni in numerosi Festival di rilievo, fra i quali il Primavera Sound (nel doppio appuntamento di Barcellona e Porto), l'olandese Best Kept Secret, il finlandese Sideways, il francese Midi.

13/05/2024

Tracklist

  1. Adored
  2. Fried Rice
  3. Foam
  4. Sonic Blue
  5. Heading For The Door
  6. Velvet
  7. IHYSM
  8. Molly
  9. Daisy Chain
  10. Sofa King
  11. Glory To Glory
  12. Always Always
  13. Big Ciggie
  14. Claw Foot
  15. Merry Mary Marry Me








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