Gin and juice out of a chalice, it's blue magic
Name on the Walk of Fame right by Lenny Kravitz
Just ghetto fabulous, checks and balances
I been the catalyst, the devil's advocate, pursuit of happiness
Dirty money under the mattress, survival tactics
I'm from the hood, never been good with the theatrics
Head to the sky, bullets flyin', the sounds of blackness
To make it out of the jungle, needed a full metal jacket
La coppia d’oro della West Coast, Dr. Dre e Snoop Dogg, torna insieme per un'autocelebrazione che omaggia sin dal titolo il classico “Doggystyle” ma, sorprendentemente, questo "Missionary" non prova a replicarlo.
Già dopo qualche brano ci si rende conto che i due sanno ancora tirare su della party music efficace, imbevuta di un edonismo colorato e capace di tenere in equilibrio le radici g-funk con beat più movimentati e orientati ai bassi, contaminazioni pop e rock, rimandi latin. Sono due ultracinquantenni ma riescono a tenere botta senza diventare mai ridicoli, che è più di quanto si potesse sperare prima dell'ascolto, soprattutto alla luce degli ultimi album di Snoop Dogg. Lo dimostra anche il cortometraggio che accompagna la pubblicazione, 12 minuti di azione che non mancano di autoironia. Riuniti, chissà come, i due hanno ritrovato un po' della magia di un tempo, senza chiaramente poter replicare l’effetto tsunami che il capolavoro di 31 anni fa ebbe su tutto l’hip-hop, non solo statunitense (vedi i nostri Sottotono).
Dopo aver riscaldato l’atmosfera con “Fore Play” (featuring BJ the Chicago Kid), arriva “Shangri-La”, che è soprattutto uno show di Snoop Dogg, rilassato e vellutato come sempre, mentre il più vivace beat di “Outta Da Blue” (featuring Dr. Dre and Alus), che ricorda i vivaci collage di Timbaland, vede anche Dr. Dre tornare dietro il microfono, in una forma onestamente meno smagliante. Arrivano altri inni della strada come “Hard Knocks” e aggiunte al campionario g-funk come “Gorgeous” (featuring Jhené Aiko), “Sticcy Situation” (featuring K.A.A.N. and Cocoa Sarai) e “Thank You”: nulla di nuovo, ma sempre a un livello dignitoso.
L’inaspettato momento intimista del rifacimento del brano di Tom Petty “Last Dance With Mary Jane” (featuring Jelly Roll) è una delle poche vere sorprese insieme alla citazione di “Message In A Bottle” di “Another Part Of Me”, poco più di una curiosità.
Proprio quando l’album sembra perdere spinta, e si inizia a sospettare che non ci fosse abbastanza carburante per 16 brani, arrivano “Skyscrapers” (featuring Method Man and Smitty), un’epica fanfara messicaneggiante con un grande contributo dell’ex-Wu Tang, e soprattutto l’esplosiva “Gunz n Smoke” (featuring 50 Cent and Eminem), a formare un quartetto da sogno dell’hip-hop statunitense. E se qualche passaggio minore in scaletta si nota, nonostante tutto, “The Negotiator” chiude con un’altra zampata di Snoop Dogg e Dr. Dre che rinverdisce quell’idea di hip-hop edonista e orecchiabile con il quale hanno cambiato la storia del genere.
Se Dre e Snoop fanno festa, insomma, è ancora una festa a cui andare. Anche se, dovendo scegliere la posizione preferita, è decisamente meglio il classico doggystyle.
04/01/2024