Benson Boone - American Heart

2025 (Night Street/Warner)
pop

Sembra di sparare ai pesci in un barile: quest'anno, la Rete ha deciso le sorti di "American Heart" sin dalla sua uscita, il verdetto è negativo e buonanotte ai suonatori. A fronte di tal plebiscito, viene naturale investigare la faccenda, non tanto per rivalutare le sorti di un disco in effetti sfortunato, ma per osservare quanto sta accadendo nella musica popolare del 2025.
La questione sociologica non è un segreto: i maschi della Gen Z stanno faticando a emergere contro un reggimento di agguerrite ragazze, invertendo bruscamente una tendenza che andava a gonfie vele sin dai tempi di Elvis Presley. I fattori da individuare sarebbero tanti, solo il futuro saprà renderci indietro un quadro completo; in questo caso specifico, possiamo iniziare biasimando la fastidiosissima "Beautiful Things", canzone il cui soverchiante impatto virale avrebbe la forza per trasformare chiunque in una one hit wonder.
Il suo autore, Benson Boone, ventitré anni da Washington, cresciuto mormone e con una puntatina ad American Idol, sa bene di essere il bersaglio ideale, e col nuovo album ha deciso di giocare d'attacco: sullo spiritoso video del singolo di lancio "Mr. Electric Blue" prende in giro se stesso, l'industria discografica e il sogno americano, comandando la cinepresa con genuina simpatia. Ma la canzone è un'ignorante accozzaglia di suoni e luoghi comuni, purtroppo sintomatica dell'intero lavoro.

Lungo dieci tracce per mezz'ora d'ascolto, infatti, "American Heart" gioca leggero ma vacuo, dando l'impressione di essere stato generato con l'AI. Certo, Boone sa dar spettacolo: ha una gran voce, è attraente e carismatico, salta sul palco come un grillo avvolto da tutine azzurro cielo, quest'anno al Coachella s'è addirittura lanciato in una coraggiosa versione di "Bohemian Rhapsody" accanto a Brian May. Ma in quanto a cose da dire, "American Heart" implementa zero rispetto al già poco apprezzabile debutto "Fireworks & Rollerblades" uscito lo scorso anno.
Si fa prima a dire cosa funziona: "Wanted Man" avanza un ancheggiante blues sintetico assolutamente non pericoloso, ma interpretato con gusto per la performance a richiamare il collega Conan Grey.
Il resto, però, scorre nel solco del prevedibile; i temi di sesso e amore a vari stadi di concepimento, dalla triste "Sorry I'm Here For Someone Else" alla nostalgica "Reminds Me Of You", passando per la melodrammatica "Man In Me" e l'insopportabile "I Wanna Be The One You Call", sono tutto tranne che eccitanti. Anche i momenti personali lasciano a desiderare; "Take Me Home" s'indovina senza ascoltare il pezzo, "Momma Song" arriva modellata sulla falsariga di una ballata soul di Adele e potrebbe quasi essere toccante, non fosse ancora una volta per un testo che infila ogni possibile cliché.

Non sarà colpa di Boone, ma considerata la politica estera dell'amministrazione Trump nell'estate 2025, manco la scelta di portare quella bandiera americana in copertina aiuta alla causa, perlomeno in ottica del mercato estero. Quel che voleva essere un nuovo "Born In The U.S.A." passa quindi come un concentrato di stereotipi e gonfi ritornelli corali - col rischio che qualcuno di più distratto li confonda addirittura per propaganda.
Ma il disco si chiude proprio con lo stomper "Young American Heart", giocato di petto e grancassa per sfatare ogni dubbio sulla nazionalità e i sentimenti di questo giovane cantante travolto da un successo tanto ampio quanto sdrucciolevole. Sarebbe curioso osservarne una crescita, anche lenta ma di qualità, vedere se magari sarà proprio Benson Boone a diventare il nuovo idolo della Gen Z. Ma al momento bisogna aspettare, e dar ragione al grosso delle voci in Rete: "American Heart" è davvero paccottiglia.

04/07/2025

Tracklist

  1. Sorry I'm Here For Someone Else
  2. Mr Electric Blue
  3. Man In Me
  4. Mystical Magical
  5. Reminds Me Of You
  6. Momma Song
  7. I Wanna Be The One You Call
  8. Wanted Man
  9. Take Me Home
  10. Young American Heart


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