Comet Gain - Letters To Ordinary Outsiders

2025 (Tapete)
indie-pop

Inutile affannarsi a sottolineare le non fortunate sorti della band di David Christian (noto anche come David Fleck o David Bower), i Comet Gain possono finalmente essere fieri di rappresentare quegli outsider della musica pop-rock, che hanno caratterizzato un sottobosco a tal punto creativo da esser ancora al centro degli interessi del pubblico e della critica.
A trent’anni dall’esordio, i veterani dell’indie-pop sono ancora in forma e in piena euforia artistica, e con il nuovo disco “Letters To Ordinary Outsiders” riprendono e ampliano il discorso intrapreso con “Fireraisers Forever” nel 2019.

Dopo aver messo ordine negli archivi con ben cinque album di inediti, versioni alternative e radio broadcast, la band prosegue con incrollabile ironia e un pizzico di sana spavalderia nella personale lettura dell’universo pop non mainstream, una visione che include non solo le volubilità della scena c-86 o le ambizioni di cataloghi come la Sarah Records e la EL, ma anche la trasversalità di band come i Fall e la tradizione inglese di personaggi singolari come Martin Newell o Nikki Sudden.
Che in questa stramba sintesi la band intercetti il brio di artisti come Rem e Go-Beetwens è comunque naturale (gli adorabili midtempo di “Do You Remember 'Lites On The Water'?” e le sembianze beat della piano ballad “The Ballad Of The Lives We Led”), ma la buona notizia è che i Comet Gain non sono mai risultati così convincenti e raffinati nella loro geniale e scomposta miscela di malinconia, nostalgia e disincanto.
La band si concede perfino il lusso di mettersi in gioco come realtà pop da classifica con una ballata alla Clientele (“Yeah, I Know It's A Wonderful Life, But There's Always Further You Can Fall”), a tal punto messa a lucido da apparire quasi uno sberleffo.

A completare il variopinto puzzle ci sono il cristallino riverbero chitarristico di “We Were Paintemen”, gli echi punk-soul di “Beat Of The Veins”, le affinità con il celtic soul dei Dexys che fa capolino dietro la palpitante “If They Can't Find The Way Then There's No Way Out” e la splendida irriverenza psych-rock alla Jazz Butcher meets Fall di “Threads!”.
Ulteriore punto di forza dell’album sono la produzione impeccabile di Sean Read, le stranianti performance vocali di di David e Rachel Evans e una presenza strumentale più ricca del solito, condizioni che accordano a “Letters To Ordinary Outsiders” il titolo di album più completo e ispirato della pur longeva formazione di Christian.

I Comet Gain riescono a dare un senso a parole come romanticismo e malinconia senza essere melensi o poco credibili, c’è più passione e vita reale in queste dodici canzoni che in tutta la discografia di blasonati gruppi da rock-stadium.
Resta spazio per citare le due ultime tracce, una sorprendente e sbilenca ballata psych-rock alla Martin Newell/13th Floor Elevator (“Ashtray Cult”) e il travolgente graffio poetico di “Maybe One Day It’ll Really Happen”, un concentrato d’energia, rabbia e struggente poesia, forse non ruvida e rumorosa ma intensa al pari di un disco hard-rock.

05/07/2025

Tracklist

  1. The Ballad Of The Lives We Led
  2. If They Can't Find The Way Then There's No Way Out
  3. Beat Of The Veins
  4. We Were Paintermen
  5. Threads!
  6. Yeah, I Know It's A Wonderful Life, But There's Always Further You Can Fall
  7. Do You Remember 'Lites On The Water'?
  8. Danbury Road
  9. Buildings
  10. Hearts Of Scars
  11. Ashtray Cult
  12. Maybe One Day It'll Really Happen




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