Manic Street Preachers - Critical Thinking

2025 (Columbia)
alternative rock, britpop

Inutile girarci intorno: i Manic Street Preachers hanno sempre avuto un fascino un po' particolare. E non è tanto la loro musica a limitarne l'impatto a livello internazionale, quanto piuttosto il loro approccio fuori dagli schemi e spinto da testi fortemente ancorati al contesto politico e culturale del Regno Unito. Insomma, tra slogan incisivi e commenti sociopolitici, risulta difficile apprezzarli appieno senza una buona comprensione della realtà che li ha ispirati e del periodo storico a cui appartengono. L'identità del trio gallese è profondamente intrecciata con le tensioni e i paradossi della società britannica, il che ha fatto sì che il loro messaggio risuonasse principalmente all'interno dei confini nazionali.

Fatte le opportune premesse, "Critical Thinking" - quindicesimo lavoro in studio - risulta fin da subito un lavoro freddo, dall'anima meccanica, debitore di un certo tipo di post-punk, che va dagli Stranglers agli U2, passando per Bowie. L'album riflette perlopiù su una modernità in crisi. È un'opera che esamina la collisione tra opposti: melodie luminose e parole cupe, che alternano speranza e disillusione, nostalgia e resilienza.
Apre la title track, dal suono rude e diretto, con la chitarra graffiante e il basso profondo, a seguire l'allegra "Decline & Fall", ovvero tre minuti abbondanti a ritmo sostenuto, così come accade per "Brushstrokes Of Reunion". C'è però una grossa novità: "Critical Thinking" vede per la prima volta alla voce il bassista e paroliere Nicky Wire, accompagnato per l'occasione da Lana McDonagh in "Hiding in Plain Sight", che contrappone una timorosa malinconia di mezza età a una melodia rock 'n' roll tipicamente anni 70.
Da segnalare inoltre l'intro di chitarra di "People Ruin Paintings", e quel suo sapore ancora una volta un po' malinconico, trascinato da un assolo decisamente accattivante sul finale.
La successiva "Dear Stephen" è costruita invece su una ritmica acustica ed è impreziosita da arpeggi in elettrica e da un ritornello assai orecchiabile, che arriva veloce al cuore. Il punto forte del nuovo disco dei Manics sta proprio nelle melodie ariose, foriere di allegria, ma al contempo capaci di rievocare i fasti di un certo rock degli anni 80, in primis The Smiths, ma anche Pretenders. Stesso mood nelle successive tre canzoni fino a "OneManMilitia", che dà un nuovo slancio per il gran finale con i suoi power chords che rimandano alle origini punk del gruppo.

Con "Critical Thinking" i Manic Street Preachers dimostrano ancora una volta la loro capacità di adattarsi e crescere, mantenendo però una forte identità. La band gallese gioca con il contrasto tra elementi opposti, unendo passaggi brillanti e testi ombrosi, affrontando il tema del declino sociale con la consueta intelligenza e profondità, trattando infine l'invecchiamento con dignità e saggezza, dunque senza lasciarsi andare a ricordi ingombranti o a un cinismo di fatto superficiale. Con uno sguardo peraltro sempre rivolto alla ricerca nel caos. È un'inclinazione che rappresenta, probabilmente, l'essenza del pensiero critico di uno dei gruppi più singolari del britpop e del rock d'oltremanica.

18/04/2025

Tracklist

  1. Critical Thinking
  2. Decline and Fall
  3. Brushstrokes of Reunion
  4. Hiding in Plain Sight
  5. People Ruin Paintings
  6. Dear Stephen
  7. Being Baptised
  8. My Brave Friend
  9. Out of Time Revival
  10. Deleted Scenes
  11. Late Day Peaks
  12. OneManMilitia


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