Moskito - Idolar (ristampa)

2025 (Awesome Tapes From Africa)
kwaito

"Ma che roba è?!". Capita sempre meno spesso di avere una reazione simile dopo aver premuto play, ma quando succede le antenne rimangano dritte anche dopo lo stop. Certo, se c'è di mezzo la Awesome Tapes From Africa, la caduta della mandibola va messa in conto. E parliamo pur sempre del Sudafrica, che in quanto a musiche "strane" fa ingoiare polvere a mezzo mondo (basti pensare a due meraviglie mutanti come lo shangaan electro e il gqom, per limitarci all'ultimo decennio). Fatto sta che quel dannato brano vibra di una personalità che va oltre il gusto per l'assurdo della label californiana, oltre il camaleontismo di quel paese incredibile.

Saltello indietro. Provincia di Gauteng, 2001. Due amici ciondolano a un incrocio stradale di Tembisa: una delle famigerate township, tristemente note durante l'apartheid come città-ghetto in cui venivano confinati i neri. Terminato l'incubo, la pantsula ha smesso di essere la danza liberatoria di quei corpi sottomessi, ma per Mahlubi "Shadow" Radebe e Zwelakhe "Malemon" Mtshali rimane una faccenda tremendamente seria. Ci danno dentro di brutto a ballare, ma presto non gli basta più perché di passione ne hanno anche un'altra: il kwaito, la scatenata house "alla sudafricana" che ha fatto impazzire una generazione, base perfetta per quei passi frenetici.
DIY per necessità, assoldano altri due complici, si procurano un paio di registratori a cassetta (uno da cui riprodurre tracce strumentali "rubate", l'altro per inciderci sopra il loro rap) e una demo sgraziata al punto giusto è servita. Si ribattezzano Moskito ed è un nome azzeccatissimo: ronzano e pungono proprio come una zanzara. Determinati a fare sul serio, sottopongono la cassetta all'etichetta locale Tammy Music la quale, dopo una reazione che immagino non troppo dissimile dalla mia, li spedisce in studio per registrare un disco "vero" sotto la supervisione del decano Professor Rhythm. "Idolar", uscito quello stesso anno, vende in poco tempo più di 25.000 copie e fa dei Moskito le nuove star del kwaito, non solo in Sudafrica ma anche nei paesi vicini. A volte i sogni si avverano.

Torniamo al presente. La traccia che mi ha tramortita si chiama "Mashonisa", la sesta dell'album e la prima che quel furbacchione di Brian Shimkovitz ha fatto circolare. È un brano talmente matto che impiega una trentina di secondi per decidere dove andare, ma appena parte l'orientamento lo fa perdere a chi ascolta: su una base scarna e sincopata, si materializza la voce sulfurea di uno spirito diabolico, o forse di un dannato durante il supplizio. Più che rappare, ansima, rantola, sbotta, urla, manco l'avessero incatenato davanti al microfono e lo stessero torturando in diretta. Ci ho messo un po' a rimettere insieme i pezzi, per poi correre ad azzannare il resto della torta.
Torta, com'era lecito aspettarsi, golosa da leccarsi i polsi. Come resistere al wobble funkadelico della title track, al gommoso dubbeggiare di "Why Wena?", alla sensualità deep di "Kwenzenjani", alla guardinga tech-house jazzata di "Impohlo", all'abbraccio afrofuturista di "Sdudla", senza tralasciare la malinconia G-funk di "Baby" o la house da dieci e lode di "Izozo"? Se fosse uscito quest'anno, sarebbe il mio disco dell'anno.

E dei Moskito, cosa ne è stato? Riatterrati a Tembisa dopo il passaggio della meteora, come nella più amara delle fiabe? Tutt'altro: fedeli alla propria intraprendenza, hanno sfornato altri due dischi di successo nel 2004 e nel 2007, per poi dedicarsi ciascuno a progetti differenti. A seguito della prematura scomparsa di Malemon, avvenuta lo scorso anno, i superstiti si sono ritrovati per lavorare a un nuovo Ep, che potrebbe vedere la luce da un momento all'altro. E qualcosa mi dice che, avviata la riproduzione, rimarrò di nuovo a fauci spalancate.

30/05/2025

Tracklist

  1. Idolar
  2. Why Wena
  3. Kwenzenjani
  4. Impohlo
  5. Thula Msindo
  6. Mashonisa
  7. Woza
  8. Sdudla
  9. Baby
  10. Izozo


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