Perché lo facciamo? Ci ritroviamo qui nella mischia persi nel tempo, perché giochiamo a questo gioco incredibile, stupido e incasinato? Beviamo il nostro tè, perché lo amiamo? Pieghiamo le nostre ossa e ci puliamo le scarpe, abbiamo ancora bisogno di te
(“Everything Else”)
A vent’anni dalla pubblicazione del folgorante esordio dei
Tunng, “
Mother's Daughter And Other Songs”, la magia della band inglese è ancora intatta e cristallina. L’onirico miscuglio di folk ed elettronica è tuttora beffardo e scanzonato, delizioso e moderno quanto basta per insinuarsi tra le fitte maglie dell’indie-pop, senza perdere fascino e autenticità. Le prime parole di “Everything Else” sono in tal senso un autentico manifesto dello stato di grazia del sestetto capitano da Mike Lindsay e Sam Genders: il situazionismo creativo dei Tunng resta unico e inimitabile, le infiltrazioni tra le trame del folk-pop di glitch ed elettronica sono rese sublimi da composizioni atipiche e stranianti, misteriose e singolari.
Non sorprende che Mike Lindsay nei tempi recenti si sia immedesimato nel ruolo di autentico Zelig della scena alt-folk. La collaborazione con
Laura Marling per il progetto
Lump, quella ancora più intrigante con
Anna B Savage per il disco “Supershapes Vol 1” e la presenza negli album di
Dana Gavaski (“Late Slap”) e
William Doyle (“Spring Eternal”) sono testimonianze di un’ispirazione che non ha perso nulla degli esordi.
Come nenie per fanciulli che non bramano crescere, le dieci canzoni di “Love You All Over Again” si librano con leggerezza e s'incastrano nel quadretto più coeso e riuscito della band negli ultimi tempi, quasi un ritorno alle origini, nello stesso tempo ricco di innovativi slanci nel futuro che sorridono sia alla natura bucolica della musica folk (la poetica Snails”) che alla seduzione multietnica (il mix di elettronica e ritmi afro della magmatica “Yeekeys”).
La magia dei Tunng resta ancorata a una delicata e suggestiva struttura folk che, più che alla
Incredible String Band (riferimento che ha comunque una propria valenza), è legata all’immaginario naturalistico di
Simon & Garfunkel in delizie come la ballata contaminata dal suono lontano dei fiati di “Levitate A Little” o l’intreccio di sonorità metalliche e accordi di chitarra acustica di “Didn’t Know Why”.
“Love You All Over Again” è un disco ricco di felici intuizioni: le mutevoli sequenze di melodie minimali e glitch elettronici di “Sixes”, il fugace dialogo tra accenni strumentali e vocali di “Laundry”, i lievi contrappunti armonici di “Deep Underneath” e l’inquietudine che cova dietro i pur languidi e ipnotici
loop chitarristici di “Coat Hangers” sono come sortilegi sonori che destrutturano una materia a noi nota per renderla unica e fantasiosa. Un trionfo di creatività che riporta i Tunng al centro della scena musicale contemporanea.
05/02/2025