U.e. - Hometown Girl

2025 (28912)
ambient

Ci sono album che affiorano come fotografie scolorite dimenticate in soffitta, e "Hometown Girl" è uno di questi. Il titolo pare rievocare il ritorno di una giovane donna nel luogo dove tutto è cominciato; riapre la porta di casa, sale lentamente in mansarda e riscopre nastri di famiglia. Non sono brani compiuti, ma appunti sonori, fotogrammi sparsi, apparentemente disconnessi, eppure pregni di tenerezza e profondità. U.e. è l'alias di Ulla E. Straus, artista statunitense dalla traiettoria già affermata. Fin dai primi passi negli anni Dieci, la sua musica ha sussurrato fragilità con eleganza, fino alla piena maturità espressiva raggiunta in lavori come "Big Room" e "Tumbling Towards A Wall", dove l'abbraccio tra ambient-dub e glitch-music si faceva racconto intimo. In quest'ultimo lavoro, il soundscape si fa materico, quasi ambient-pop: chitarre, pianoforti (distorti e sgranati, come se William Basinski abbandonasse i droni per un attimo), fiati e percussioni trattati con la cura di chi si muove sul ciglio di un ricordo.

Se c'è un'emozione che il disco sa evocare, è quella del mattino invernale ("Good Morning"). Ma anche la quiete di un pomeriggio lento, i rumori ovattati di una casa addormentata, i sussurri lontani di un grammofono stanco, il lento respiro del chamber-jazz ("Lavender (NF)"). Una nube ambient-emo che non pretende attenzione ma la guadagna con dolcezza, con un senso di pace che sfuma in nostalgia.
I glitch non rompono, ma colmano i silenzi; si adagiano su un tappeto di carillon dimenticati ("Ball"). Le chitarre sembrano provenire dalla stanza accanto, registrate da lontano, come ricordi che si fanno sentire ("Gecko"). Tutto vibra di una leggerezza velata, fragile e trasparente. Le trame sonore, nate da un'elegante padronanza elettroacustica, prendono forma in collage polverosi; come un Khonnor 2.0, gli scorci si aprono come memorie dolciastre, forse idealizzate, spogliate delle ferite che contenevano, lasciandoci solo il retrogusto di una felicità che non abbiamo saputo riconoscere.

"Hometown Girl" non è un album da ascoltare: è un luogo da attraversare in silenzio. È una carezza timida, smarrita tra strumenti acustici e dettagli sintetici: clarinetti sospesi, batterie sfiorate come in un ensemble jazz insonne ("Drawing Of Me") e manipolazioni digitali. È il suono etereo di un'abitazione vuota, quello delle stanze dove si è vissuto e sofferto in silenzio. Ma è anche la compagnia discreta di un amico, un disco che rimane accanto nelle notti più opache e nelle mattine piene di luce. Alla fine, ciò che resta è l'impressione di un abbraccio: caldo, esitante, come chi resta nell'ombra, ma con te si dischiude come una lettera mai spedita, senza bisogno di troppe parole.

30/04/2025

Tracklist

  1. Good Morning
  2. Lavender (NF)
  3. Gecko
  4. Drain The House
  5. Froggy Explorer
  6. Little Window
  7. Song for Hill
  8. Night Loop
  9. Ball
  10. Long Dust
  11. Drawing Of Me
  12. Mute

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