È stato un anno ricco, per il jazz e per lo sguardo di OndaRock al jazz. Nota soprattutto per i suoi articoli in ambito pop e rock, nel 2023 la nostra testata ha ulteriormente rafforzato la sua proposta in campo jazzistico. L'interesse per il settore di un numero crescente di redattori ha contribuito ad ampliare il ventaglio di stili e artisti approfonditi, e sviluppare un taglio sempre più riconoscibile. La prospettiva di OndaRock affianca ora nomi al centro dell'attenzione dei "jazzofili" ad artisti dal carattere più ibrido, spesso legati anche ad ambiti come l'elettronica, il rock, l'hip-hop, la musica tradizionale e quella di avanguardia.
Consapevoli di non riuscire ad arrivare a tutte le uscite più in vista con la stessa tempestività delle riviste specializzate, siamo soddisfatti della nostra scommessa su un orizzonte allargato, capace sia di guardare oltre ai "soliti noti" per chi segue il filone che di incuriosire alle sonorità jazz anche ascoltatori legati ad altri generi.

La playlist che alleghiamo vuole essere un riassunto non definitivo dell'annata jazzistica di OndaRock. Una sintesi del meglio che siamo riusciti a fare (e a trovare!), e che speriamo di ampliare al più presto con un ulteriore articolo dedicato ai tanti titoli appassionanti che non siamo riusciti a coprire entro i festeggiamenti di Capodanno.
Nella selezione si incontrano alcuni dei nomi e delle etichette che al momento sono, nell'ambito, maggiormente al centro dei riflettori (gli Irreversible Entanglements ora accasati su Impulse!, Steve Lehman per Pi Recordings, la Fire! Orchestra su Rune Grammofon, Alabaster DePlume e il disco postumo di jaimie branch su International Anthem), figure ormai classiche (Matthew Shipp e William Parker, Wadada Leo Smith, Matana Roberts, Rob Mazurek, James Brandon Lewis, i Necks, Colin Stetson, la Natural Information Society di Joshua Abrams), ma anche musicisti di estrazione non propriamente jazzistica che negli anni si sono avvicinati — alcuni anche molto di recente — al filone (André 3000 degli Outkast, Meshell Ndegeocello, Desire Marea).

Numerose le scelte anche nel campo del nu jazz, che da tempo OndaRock segue con entusiasmo: Yussef Dayes, Joe Armon-Jones, il supergruppo London Brew, l'incontro polacco/pakistano di EABS e Jaubi, il ritorno della Hidden Orchestra, la formula progressiva dei belgi John Ghost.
Immancabile anche la vulcanica big band di Monika Roscher, posizionatasi al sesto posto della classifica generale dei dischi più amati dell'anno dalla redazione di OndaRock — un segno duplice: della pervasività dell'interesse per le frontiere del jazz da parte dei redattori e dell'attività che caratterizza in questi anni simili territori di confine, talvolta purtroppo negletti dagli appassionati più ortodossi, sia in campo pop che in campo jazz.