La new wave newyorkese del 1976-78 consistette in un ritorno a scopi e forme propri dei primi anni del rock (1967-68); e fece di questo ritorno un progresso. Come il rock nacque, da una parte, con la distruzione di tutti i retaggi blues, vocal-group, folk che impaludavano da inizio anni 60 la musica leggera, e dall'altra con la rivendicazione del valore esistenziale e concettuale del fare canzoni rock; così la new wave, tecnicamente, si spogliò di tutta la retorica e di tutti i revival propri della prima metà degli anni 70 e, come fine, si dette quello di comunicare, in ogni brano, le visioni del mondo di ciascun autore. Ne vennero fuori forme e suoni, messaggi e contenuti, inconciliabili quanto quelli di Ramones e Television, eppur accomunati, per il suono, da minimalismo e asprezza, e per i contenuti, da introversione e alienazione.
La new wave dell'altra sponda americana, di Los Angeles, si chiamò hardcore, si potrebbe dire. Ma avendo usato il termine in senso storico e non ideale ("new wave" è stata detta ogni forma di rock, da quelle del metal a quelle del cantautorato, proclamata come nuova) diciamo che la new wave di Los Angeles si chiamò (non solo, ovviamente) Urinals. Meno conosciuta, meno apprezzata, meno consapevole, confondibile con il post-hardcore (come la new wave inglese con il post-punk), la new wave della West-Coast fu tanto poco dirompente all'inizio (rispetto ai newyorkesi) quanto capace di mettere radici in grado di segnare tutta la futura storia del rock. È da essa che nasce il rock indipendente o alternativo. L'indie non è solo il rock sotterraneo di contro a quello delle chart (anche il death-metal o la vera techno non sono trasmessi dalle radio); è l'espressione dell'interiorità sensibile e angosciata, del pianto dell'adolescente metropolitano; e come tale richiede forme proprie (fatte di ritmi veloci, noise, melodie urlate e genuflesse).
Gli Urinals da Los Angeles, in tre anni, dal 1978 al 1980, con la loro new wave, entrarono (anche se nessuno se ne accorse) nella storia del rock. E non importa se quelli che seguiranno non conoscano gli Urinals, quanto che gli Urinals abbiano proposto espedienti e contenuti una decade prima che venissero cristallizzati e riconosciuti. E una decade, nella brevissima storia del rock, è un'eternità.
In particolare, giacché anche all'interno dell'indie-rock vi sono le sue differenze, gli Urinals sono i capostipiti di forme indie proprie di fine anni 80, ma divenute moda e apprezzate solo oggi che possono dirsi vicine al post-rock: il lo-fi e lo shoegaze. Queste forme, cerebrali perché minimalistiche, mostruose perché troppo gracili, hanno trovato numerose culle anche e soprattutto fuori dagli Stati Uniti. Se i giochi possono dirsi conclusi nella Scozia dei Jesus And Mary Chain prima (1985) e nell'Irlanda dei My Bloody Valentine poi (1991), in anni più recenti è stato portato avanti il discorso di queste terre periferiche, dimenticate dal mondo e fuori dal tempo, da giovani autori che, nei casi migliori, hanno avuto il buon gusto (l'onestà) di servirsi dell'elettronica. Il riferimento è al dream-pop elettronico islandese (Sigur Rós, Múm) come al synth-pop di San Diego (Xiu Xiu). Gli islandesi sono ormai al di là di ogni concretezza esistenziale per eccesso di sogno, i californiani per eccesso di realismo. Tutti, comunque, prendono atto (o dovrebbero) dell'artificio di un'operazione già compiuta nelle forme e nei contenuti e ora riproposta estremizzando le prime (elettronica) e i secondi (l'alienazione diventa qualcosa su cui è possibile speculare, qualcosa di così usato e intrinseco che è facile dimenticarcene per evadere nella fantasia più fine a se stessa e impotente).
Gli Urinals erano tre studenti universitari coinquilini. John Talley-Jones (basso e voce) fu il capo della loro avventura. Con una batteria (tre tamburi, due piatti, una gran cassa) e il resto della strumentazione ridotto ai minimi termini, i tre riuscirono a fare di questa cercata necessità una trovata virtù. Un suono amatoriale, a tratti inintelligibile, minimale, miniaturizzato, ma sempre retto da quell'intelligenza che non fa mai calare la partecipazione dell'ascoltatore. Tra i concerti dal vivo e le registrazioni in studio non v'è soluzione di continuità. Gli Urinals propongono brani lunghi uno, due minuti, dove, tra l'esempio inglese degli Wire e quello americano dei Minutemen, ha luogo una terza via, percorsa da un amaro, umoristico, mai volgare, sentimento, che sarà quello della new wave più larga e popolare. Quella inglese che, divisa tra synth-pop e post-punk, giungerà sino all'Italia dei Diaframma (le loro incisioni più importanti sono su "Albori: 1979-1983").
Gli Urinals sono un gruppo post-hardcore prima che l'hardcore sia giunto a maturazione. I loro suoni sono aspri e sempre segnano sensibilità, desolati quando delicati: per questo possono dirsi new wave. E il confronto è con quella inglese, non con quella americana. Generalmente abbiamo un rock-garage base alla Kinks il quale (tramite Byrds) esprime però tenui, rassegnati, scuri e adolescenziali stati d'animo. È la musica da impiccato capace di emozionare perché fa l'impassibile (Joy Division) così, e a vario titolo, caratteristica degli anni 80.
Gli Urinals non registrarono nessun Lp. Solo due Ep e un singolo. Dal 1997 il loro materiale (con inediti e live) è sulla compilation Negative Capability.
Dopo 23 anni, nel 2003, gli Urinals si sono riuniti per un nuovo, primo album (What Is Real and What Is Not). Come per i Mission of Burma, ciò è segno di sincera, quanto inutile, passione.
Urinals Ep (1979, 4 brani, 6 minuti).
Il gruppo si presenta scarno, essenziale e molto coinvolgente. L'imperizia esecutiva e troppo smaliziata per non dirsi voluta. La registrazione è amatoriale. Sei minuti di un tuffo in quello che sarà il sound anni 80 più nero - dove così tanto più risaltano le voci bianche dei giovani che lo cantano. Il capolavoro è "Hologram" (2.09) che potrebbe impreziosire il coevo "Unknown Pleasures" dei Joy Division: "Hologram" fonde Byrds (il jingle-jangle della chitarra) e la new wave inglese (da quelli anticipata): dieci anni prima degli shoegaze, siamo di fronte a un brano minimalistico, onirico e disumano, di un disumano fatto da un bambino.
Fondamentali (e diversissimi) gli altri tre brani: "Dead Flowers" riporta il ritmo e il piglio punk degli Wire in atmosfere folk, ma nere nere. "Last Days Of Man On Earth" descrive con amaro umorismo, una sezione ritmica claustrofobica e una chitarra che fa da contrastante eco, l'apocalissi dell'interiorità. "Surfin With The Shah" è ancora un capolavoro; strumentale che nelle linee è già tutto Sonic Youth: psichedelia raccolta, inerme e imberbe a tratteggiare un acquarello onnicomprensivo.
Another Ep (1979, 4 brani, 4 minuti).
Il lavoro si apre con "Black Hole", miniatura alla Byrds, e così cantata, che in un minuto tiene il cuore con un epos gracile e splendido (paragonabile a Nico): giallo e nero danno uno strano grigio, è il colore di questa musica e di quest'altro capolavoro. "I'm White And Middle Class" ha la velocità e i temi del punk, ma non certo la forza e l'estroversione: è un derelitto. "I'm Bug", altro capolavoro (blues mostruoso e dissanguato) capace di fondare quello che sarà il sound di Albini (Big Black, Rapeman). "Ack Ack Ack Ack" è cover dai contemporanei Minutemen, uno dei più grandi gruppi del rock: gli Urinals comunque non tanto copiano il sound dei Minutemen quanto, con loro, lo fondano; si tratta di rendere scheletro (e così più esacerbante) brani garage-rock compressi e atrofizzati nel giro di un minuto.
"Sex/Go Away Girl" (Single, 1980, 2 brani, 2 minuti).
"Sex" è il capolavoro che annuncia Big Black, Pussy Galore e Jon Spencer: ripartendo dai Jefferson Airplane della Slick più tesa, si ha un epico e disperato garage-blues, perverso perché suicida. "Go Away Girl", invece, spiana la strada ai Meat Puppets: due fraseggi liquidi e poi un feroce e roboante hardcore. Gli Urinals paiono davvero non avere limiti (neanche nella scelta di un nome scelto con la consapevolezza di essere ignorati o derisi, quando o proprio perché meritevoli d'attenzione e serietà).
Degli altri brani (una trentina) del repertorio Urinals vanno ricordati almeno "Scolastic Aptidude", con il fatalismo raccolto in una corsa concitata e ostacolata da spregiudicati intermezzi noise (quella spregiudicatezza sempre mancata, ad esempio, ai Cure, e talora fine a se stessa, ad esempio, in Zappa) e "I Hate", informe e desolato noise con costole di squillanti riff sbranati da urla. "Salmonella" è invece tra i primi brani grunge ante litteram.
A sé "Presence Of Mind". È come la versione estroversa dell'introversione di "Hologram": a fine anni 70 insegnerà il rock a tutti i posteri: garage-rock rumoroso e potente come i primi Kinks (vedasi il riff maniacale della chitarra), incedere oscuro alla Joy Division, lancinanti dissonanze Velvet Underground. La voce urla nera, infantile e disperata. La sezione ritmica è esasperata come in "Hate The Police" dei Dicks, brano con il quale condivide il raro stato di rock più pieno (né troppo forte né troppo piano), oltre che l'ispirazione di un fascinoso cancro tutta interiore. In questi due minuti ci sono di già i Sonic Youth e con questi il suono di gran parte degli anni 80. Il brano dovrebbe entrare tra i grandi classici sconosciuti: "So Cold" dei Rocket From The Tombs, "If It Kills You" dei Drive Like Jehu, "Budd" dei Rapeman.
Dagli Urinals deriveranno i 100 Flowers (100 Flowers, 1983) e i Trotsky Icepick (sei importanti album per la Sst di Gregg Ginn tra il 1986 e il 1992).
Negative Capability (Amphetamine Reptile, 1997) | 8 | |
What Is Real And What Is Not (Warning Label, 2003) |
Urinals/100Flowers - lyrics |