Dieci Piccoli Italiani

Dieci Piccoli Italiani - N. 36

di AA.VV.

twofatesTWO FATES - /tree (2014, autoprodotto)
electroacustic-pop

L’ep di esordio dei Two Fates arriva dopo cinque anni di attività live. Sembrerebbero un collettivo a tutti gli effetti, non fossero in realtà duo formato da Loredana “LorElle” Di Giovanni (voce, tastiere e percussioni) e Giuliano “Tiresia” Torelli (chitarra, basso, drum pad ed effetti). Considerazione a parte merita la loro “Two Fates Machine”, sofisticato congegno capace di programmare fino a 15 loop-machine, creando dei tappeti elettronici intricati degni di una full band. Fortunatamente il suo utilizzo non è però quasi mai invasivo.Il genere è un pop elettronico misto a musica acustica e rumoristica, il tutto a supporto delle buone doti vocali di LorElle. Chiare le influenze radiohead-iane , come nelle melodie acidule di “My Story Is Not My Destiny” o nei pattern ritmici sparsi lungo l’ep. Il platter si snoda quindi tra interessanti progressioni, stratificate sui molteplici layer sintetici programmati da Tiresia (“Blue”), e linee vocali delicate ed efficaci, sospese tra scenari onirici costellati da plettrate acustiche e giri di pianoforte (“Verde”). Notevole il passo cadenzato de “Il Sogno, L’Addio”, spezzettato da dense oscillazioni elettroniche, groove al basso e nitidi beat tra i quali si inserisce il mantra folkeggiante pronunciato da LorElle. Equilibrio e incisività calano nel resto dell’opera: qualche ridondanza di troppo diluisce la citata “My Story Is Not My Destiny”, mentre “Sangue” tenta prima di ammaliare l’ascoltatore, faticando poi a schiodarsi da terra con i cambi di marcia successivi. Una maggior concisione avrebbe potuto giovare, nell’ipotetico contesto di un collage di fugaci - ma focalizzati - intermezzi sonori. In definitiva “/tree” è un esordio piacevole, con alcuni picchi che dimostrano una band meritevole di attenzione. Chissà che le successive prove non sappiano meglio imprimere su disco le potenzialità percepibili dagli interessanti spezzoni live reperibili in rete (Michele Bordi 6,5/10)


nuv_01NUV – The Nuv Sucks (No, Really) (2014, autoprodotto)
alt-rock

A tre anni di distanza dall’esordio “Top Model Super Fashion” torna il quartetto milanese, che stavolta punta sull’autoproduzione, rinunciando all’appoggio della label Block Starz Music. I ragazzi continuano a puntare tutto sulle chitarre e su suoni di derivazione nordamericana: alt (punk) rock tendente allo stoner, con il poster di Josh Homme sempre attaccato in cameretta ed il santino di Dave Grohl nel taschino. Ma questa volta si giocano anche qualche carta in più, come il funk di “What’s Your Feeling (For The Fight)” e gli spiragli electro che permeano “Transilvania Catalyzer”. E sanno essere convincenti anche quando delineano suoni più raffinati, vedi il caso della più rassicurante “Lazy Lover”. Davvero un bel ritorno (Claudio Lancia 6,5/10)


bungalow62BUNGALOW 62 – Pollen (2014, autoprodotto)
alt-chamber-folk

Nuovo Ep per Paolo Forlì e la sua creatura, Bungalow 62, che in “Pollen” trova un afflato tutto sommato particolare: il rullare domestico, come di stoviglie, della title track sembra naturale prosecuzione del rumoroso affastellarsi dell’iniziale “Moringa – The Eerie Phantom”, come un sorgere improvviso di emozioni familiari, il riconoscimento radioso di persone vicine. In generale l’evoluzione “collettiva” della musica di Forlì avviene, in “Pollen”, con naturalezza (mantenendo lo stile lo-fi e intimo) e, almeno in questi primi due casi e nella finale “Our Little Column”, con una interessante nota personale stilistica, che si manifesta in questo sound flebilmente luminoso, a cui archi e percussioni danno respiro e profondità. Forlì pare davvero avere in canna un album di quelli che contano (Lorenzo Righetto 6,5/10)


rumorRUMOR – Pois Ep (2014, R.T.F.)
rock

Trio proveniente da Novara, i Rumor debuttano sul mercato discografico con questo Ep di cinque tracce. Potenza diffusa, a parte il brano acustico che chiude il lavoro, melodie aperte e pronunciate, pulizia presente sia nel suono che nel timbro vocale, i tre percorrono con decisione la strada del rock melodico in italiano. I meriti dei Rumor sono essenzialmente due: non essere smaccatamente simili a nessun altro gruppo in particolare e proporre un accompagnamento musicale dinamico e ricco di spunti, che valorizza le melodie senza mai andare fuori giri. I brani vanno via dritti e compatti ma i riff di chitarra, la sezione ritmica e gli occasionali interventi della tastiera non inseguono mai la melodia principale ma ci ricamano sopra con fantasia e efficacia. Ci sono comunque alcuni margini di miglioramento, soprattutto in un paio di aspetti: l’eccessivo numero di volte in cui vengono spostati gli accenti nei testi e la tendenza, ogni tanto, nell’esagerare un po’ con la ricerca della pulizia sonora a tutti i costi. La qualità complessiva di questo esordio è comunque tale da rendere necessario seguire i prossimi passi della band e lo stesso dicasi per le loro esibizioni live (Stefano Bartolotta 6,5/10)


differenceDIFFERENCE – Agosto Divide (2014, Exit Music)
alt-rock

Il bello di “Agosto Divide” è che non c’è un minuto sprecato: brani brevi e concisi che disegnano rapidamente un’estetica profondamente alt-rock, direzione anni 90. I Differènce sono in due, batteria + chitarra/voce, perché in due si fa tutto prima, e si resta molto flessibili. Band come Black Keys e White Stripes hanno spianato la strada, ed anche qui da noi in Italia i Bud Spencer Blues Explosion dimostrano come in due si possa funzionare alla grande. I romani Maurizio Lollobrigida ed Enrico Strina (questi i loro nomi) spingono sull’acceleratore con chitarre zanzarose e drumming instancabile, posizionandosi ad un ipotetico incrocio fra Verdena (la title track, “Quello che conta”) e Ministri (“Dissapore”), anche se alla fine sono i primi anni 90 a vincere: ascoltate “Ti pare poco” e scorgerete nello specchietto retrovisore le sagome dei primi Afterhours in italiano, quelli di “Germi” tanto per intenderci. E se Rino Gaetano avesse cantato in una band alt-rock probabilmente avrebbe scritto una canzone come “Cinghiale”. Insomma, di carne al fuoco ce n’è parecchia dentro “Agosto Divide”, l’unica pecca potrebbe risiedere nella ripetitività di alcuni suoni, cosa che non limita assolutamente il flusso d’energia che schizza fuori da questi solchi (Claudio Lancia 6,5/10)


mapMOVIMENTO ARTISTICO PESANTE - Movimento Artistico Pesante (2014, Manzanilla)
post-rock

Veronesi, i tre Movimento Artistico Pesante (Gianmaria Gobbetti, Thomas Cordioli e Valentino Torresendi) debuttano con un disco omonimo interamente strumentale e piuttosto orientato al ballo, come dimostrano il funk “matematico” alla Shellac di “Bardolino”, poi doom-metal, o il tributo senza parole a Rapture e nu-rave di “Disco Baldo”, o nella quieta danza sincopata di “Van Basten”. Ancor più datate sono le progressioni e i concerti di glissandi chitarristici di “Pezzo dei Queen” e “KFK”, e i synth sinfonici di colonna sonora in bella evidenza in “Baikonur”. C’è una distinta, elegante duttilità nel trattamento strumentale, specie nell’uso dell’elettronica; è comunque inquietante notare come i numeri più autentici e vibranti - la sospensione aurorale di “Intro”, la variazione chiesastica di “Disco Baldo” in “II”, e l’interludio ambient-industrial di “Bardolino” - durino poco più di un minuto e non abbiano un decimo della tracotanza talvolta futile degli altri pezzi. Prodotto dalla stessa band (Michele Saran 6/10)


emilyplaysEMILY PLAYS – Everything Will Be Pure Again (2014, Dischi Soviet Studio)
dream-pop

È il disco della svolta definitivamente elettrica questo “Everything Will Be Pure Again”, a sancire la crescita artistica di Sara Poma e della sua band, una delle rare realtà italiane dal respiro internazionale e forse l’unica interprete convincente del filone post-Bjork degli ultimi anni di St. Vincent, Bat For Lashes e così via. In questo nuovo disco emerge, però, soprattutto la vena post degli Emily Plays, frammista al sempre vivo riferimento ai Blonde Redhead, di cui la band pavese rappresenta qui degli epigoni dilatati, ma anche più lineari nella scrittura e negli arrangiamenti. La via intrapresa dal gruppo in quest’ultimo caso è pericolosa, perché molto battuta, ma per fortuna qualche brano più dinamico (“Mother”, l’r’n’b hipster di “The Moment”) e una generale “asciugatura” delle soluzioni nella seconda parte del disco rende meno evidente il senso di omologazione del disco. Sul piano della scrittura non c’è molto di impressionante, ma in “Everything Will Be Pure Again” c’è una sicuramente una base espressiva su cui lavorare. E che dal vivo rende molto, provare per credere (Lorenzo Righetto 6/10)


vandemarsVANDEMARS - Secret Of Gravity (2014, Ultraviolet Blossom)
alt-rock

I toscani Vandemars (Silvia Serrotti, Stefano Romani, Francesco Pititto, Cris Bottai) raggiungono il loro nadir con “Secret Of Gravity”, nell’usuale impostazione pop-metal basata su un’alta cantante femminile e su avvincenti ballate grunge alla Melissa Auf Der Maur. Opportunamente aggiustate da un buon produttore, molte di queste ballate farebbero la fortuna delle pop star italiche contemporanee (“Like Water”, “Seeds Of Fire”, “A Wood”, “Inner Creatures”, “The Secret Of Gravity”), e altre sono canzoni articolate che Elisa non ha mai scritto (“Bleak Wishes”, “Unfairy Tales”, “Beneath The Sound”). Seguito di “Blaze” (2010) e del live “Back To Mars” (2013), è un disco-testimonial per l’appassionata fertilità dell’underground italiano, anche grazie ai giochi elettronici del nuovo batterista Bottai (già con Ustmamò): da una “Sharing Colours” che riproduce tono e andatura della “Cornflake Girl” di Tori Amos, agli incompiuti cigolii trip-hop di “Release”, allo spartano battito industrial in “Body In Silence”, al rarefatto caos di “13 Roses”, alle brevi pitture sonore del preludio “Attack” e dell’interludio “Threshold”. Titolo, concept e artwork ispirati da Kundera. Co-prodotto con Cave Canem D.I.Y. (Michele Saran 6/10)


sincosSIN/COS - Parallelograms (2014, Anemic Dracula)
songwriter

Già detentore del decaduto progetto My Awesome Mixtape ed ex-collaboratore nel duo Quakers And Mormons (di cui trattammo il secondo “Funeralistic” nel no. 16 della presente rubrica), Paolo Torreggiani avvia - dopo un periodo dedito alla culinaria - il progetto Sin/Cos in coppia con il produttore elettronico Vittorio Marchetti. Con effetti campionati, un cameo di Laura Loriga, la co-produzione di Lorenzo “godblesscomputer” Nada e un tandem di etichette (Sangue Disken e Collettivo HMCF) è un misto di riusciti momenti di poesia digitale (“Orchid” e “Armanian”) e ballate basate su di uno stucchevole e copioso vocoder che finiscono per incanalarsi nella frangia più patinata del soul bianco. Il suono fetale di James Blake è in un altro pianeta. “Away”, singolo e video, rimanda ancora all’hip-hop dei suoi precedenti progetti (Michele Saran 5/10)


dropenersDROPENERS – In The Middle (2014, autoprodotto)
alt-rock,

Secondo disco per i ferraresi Dropeners, e purtroppo va raccontato un lavoro che ondeggia tra l’ipertrofia testosteronica (pronuncia compresa) dell’interpretazione vocale (come se Dave Gahan si cimentasse col nu-metal) e la difficoltà del resto della band di tenere il passo con arrangiamenti tutto sommato meno sopra le righe, per quanto sempre solidamente inquadrati nei cliché più o meno “alternativi”. Insomma, ci vorrebbe ben altra scrittura per sostenere un’esecuzione così “apocalittica”. Si passa così dalla melensa “The Hill”, misto tra ballata da arena in stile Coldplay e maldestro tentativo post-hardcore, alla bellicosa progressione in tre quarti di “Normalize”, che aggiunge al repertorio la classica “esalazione contrita”. In sostanza, “In The Middle” sintetizza bene quell’insieme di grandeur tamarra e povertà di scrittura che ci si può aspettare sul canale “alternative” di Virgin Radio. Evviva il ruock (Lorenzo Righetto 4,5/10)

Discografia

TWO FATES - /tree (2014, autoprodotto)
THE NUV – The Nuv Sucks (No, Really) (2014, autoprodotto)
BUNGALOW62 – Pollen (2014, autoprodotto)
RUMOR – Pois Ep (2014, R.T.F.)
DIFFERENCE – Agosto Divide (2014, Exit Music)
MOVIMENTO ARTISTICO PESANTE - Movimento Artistico Pesante (2014, Manzanilla)
EMILY PLAYS – Everything Will Be Pure Again (2014, Dischi Soviet Studio)
VANDEMARS - Secret Of Gravity (2014, Ultraviolet Blossom)
SIN/COS - Parallelograms (2014, Anemic Dracula)
DROPENERS – In The Middle (2014, autoprodotto)
Pietra miliare
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