L’etichetta Grand Harmonium, dopo la pubblicazione dell’affascinante esordio di Steve Adey, propone ora un interessante duo francese, perseguendo una continuità stilistica da non sottovalutare.
Un altro progetto che denota cura e integrità artistica, un suono che, pur se asservito a composizioni pop, ha tutti i contorni dell’art-rock.
Philippe Le Guern, polistrumentista e arrangiatore, insieme a Calumn Malcom crea un corpo sonoro molto ricco per la voce di Manuel Ferrer, che graffia via la dolcezza delle composizioni con malinconia e fare stralunato, ricordando a volte i primi Smiths.
Brani molto elaborati, con arrangiamenti orchestrali molto asciutti e soluzioni acustiche di pregio, influenze diverse che vanno dal pop-rock inglese ai cantautori americani ("A Singer Must Die" è il titolo di un famoso brano di Leonard Cohen), il tutto impreziosito da riferimenti letterari e musicali ai poeti maledetti del post-punk, da Ian Curtis a Nick Cave.
Splendido il singolo “The Crash”, che ha anticipato l’album, grintoso e graffiante, con richiami anni'80,ma quello che rende tutto originale è la continua ricerca negli arrangiamenti, che diversifica i brani con soluzioni atonali, che coinvolgono anche un cantato capace di evocare stranamente Roger Chapman e Robert Smith in sequenza emotiva.
Piano in vibrante evidenza nelle ottime di “The Follow Land” e “Chasing After Loss”, mentre le chitarre sorreggono la malsana “Marlon R” con un'atmosfera tra cabaret e teatro alla Gavin Friday,la quasi folk “Easy-Paced Quarter” sembra invece uscire dal repertorio dei Current 93.
Brio e classe pervadono l’intero album, con composizioni ricche di spunti che coinvolgono vari aspetti sonori: dream-rock di elevata fattura in “The Pointsman”, pop-wave in “Croydon Road”, atmosfera da pub irlandese in “Desire”; poi arriva inaspettata la splendida "Inadequate", canto straziato su atmosfere folk e dark, con pochi suoni graffiati che costruiscono un tappeto sonoro quasi sinfonico, per poi svanire nel nulla.
Finale intenso (“In A Hovel”), affidato a una ballad piano e voce di rara bellezza, con un inserimento di oboe e trombone che rende magico il tutto.
Un disco pieno di affascinanti idee, che matura ad ogni ascolto per un gruppo che si aggiunge a gruppi come Divine Comedy e Blue Nile nella pattuglia degli esploratori dell’animo romantico del pop-rock.
19/12/2007